Il Sestri consegna due messaggi alla Vis: inizia un altro torneo e serve una sana follia

Le pericolanti ruggiscono, trovare spazi adesso sarà più difficile, ma Pesaro può costruirsi un finale magnifico partita dopo partita

di DAVIDE EUSEBI
18 febbraio 2025
Adrian Raychev ha sfiorato il gol anche con il Sestri Levante

Adrian Raychev ha sfiorato il gol anche con il Sestri Levante

Il pareggio con il Sestri Levante non fa parte del passato, anzi, porta messaggi chiari per il futuro. Il primo è che, come sempre, è iniziato un altro campionato nel campionato. Il girone di ritorno, al di là delle singole campagne di rafforzamento, ha innescato il conto alla rovescio nelle squadre pericolanti. Il fuoco comincia insomma a bruciare sotto ai piedi di chi si trova sulla soglia dell’infernaccio, per cui può capitare che un Campobasso capitolato a Pesaro senza storia pochi giorni fa, sia in grado di tenere a distanza dalla propria area un colosso come la Ternana, infilandola con cinismo con un gol di altre categorie. E può anche capitare che un Sestri penultimo inchiodi la Vis sui centimetri facendole correre tre brividi freddi. In altre stagioni probabilmente queste partite Pesaro le avrebbe perse e invece stavolta ha rischiato pure di vincerla. E del resto lo spessore mentale, agonistico, tattico e tecnico di questa squadra è lievitato come la panna per merito di Stellone che a memoria resta uno dei migliori allenatori passati a Pesaro nell’ultimo mezzo secolo, se non il migliore: per come è capace di preparare le partite, di leggerle, di far crescere i giovani e di trovare ogni volta il buco per infilare gli avversari.

A proposito stavolta trovare lo spazio non è stato facile perché il Sestri ha chiuso tutto con una ferocia vissina, per citare qualcosa di famigliare al pubblico del Benelli, lottando su ogni ciuffo d’erba con una doppia linea di difensori, ma tenendo ben alte due punte per mettere pressione anche ai difensori locali. Di fronte a questo pressing la Vis si è ostinata a giocare sullo stretto e (quasi) sempre dalla stessa parte nel primo tempo (quella di Orellana), forse nel tentativo di guadagnare quella punizione dal limite con cui Di Paola potesse sbloccarla, o infilare la lama nella difesa avversaria (cosa riuscitagli solo un paio di volte con assist non sfruttati). Cannavò è stato servito poco ed ha dovuto inventarsi da solo un paio di progressioni peraltro devastanti. Forse la squadra avrebbe dovuto fare quello che il vecchio almanacco raccomanda quando l’avversario si chiude: fare girare la palla per vie orizzontali per dilatare gli spazi. Invece ci si è spesso intestarditi sullo stretto. I cambi hanno migliorato la situazione perché con tre punte effettive Pesaro ha guadagnato metri e fisicità, pur mancando nel guizzo e nella precisione, ad esempio con Raichev, uno che con Stellone è destinato solo a crescere. Occorrerà dunque trovare rimedi ad altre partite simili, ma il ruolino resta magnificamente positivo. Un particolare potrebbe fare la differenza: la voglia di giocarsi fino in fondo ogni partita con la leggerezza di inseguire la follia dei playoff nella miglior posizione possibile: la quarta potrebbe essere buona per provare a vestire i panni della Carrarese di un anno fa, ma, ragionando una gara alla volta, a questa squadra non è precluso nulla.

d. e.

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