City da urlo ma lo era anche il Barça E’ caccia all’impresa 13 anni dopo

di MATTIA TODISCO -
19 maggio 2023

di Mattia Todisco

Dal momento in cui è divenuto certo l’accoppiamento in finale di Champions League, Manchester City-Inter, è scattata la caccia a corsi e ricorsi storici. Lo squadrone contro l’outsider, con una storia da nobile europea, ma oggi fuori dalla ricca élite delle più possidenti in Europa. Partita in terza fascia e ora ad un passo dall’incredibile sogno. A ben vedere, l’Inter non era la favoritissima nemmeno nel 2010. Aveva sì alle spalle vittorie in serie in ambito nazionale, ma in Champions non vedeva una semifinale da otto anni. Stupì, una volta arrivataci, eliminando una formazione di fenomeni in blaugrana, forse la squadra più forte di sempre.

Un’orchestra guidata da Pep Guardiola. È lo stesso allenatore che i nerazzurri affronteranno il 10 giugno a Istanbul in una situazione vagamente similare, sebbene in partita secca. Il Manchester City è dominante come lo erano i blaugrana, ha caratteristiche differenti (un centravanti vero e non più il falso nove), un pizzico di tecnica in meno ma una fisicità straripante in Haaland e non solo. Viene da un doppio confronto con il Real Madrid in cui si è tolto la "scimmia" di un’eliminazione arrivata l’anno prima dopo aver largamente dominato, proprio come due giorni fa, senza concretizzare allo stesso modo. È ovvio che ci sarà da soffrire, i favori del pronostico e le pressioni pendono dal lato inglese almeno quanto fu al tempo per i blaugrana. Mourinho, mago della comunicazione, battè il tasto sul concetto di "ossessione" per i rivali, spinti anche da una finale prevista al Bernabeu. A Guardiola il trionfo in Champions manca dal 2011. Al Manchester City da sempre, avendo una storia vincente di lungo periodo nata con l’arrivo degli sceicchi. Quello che allora fecero i Maicon, Lucio, Zanetti, Cambiasso, Eto’o, Milito, soldati alle direttive del generale Mourinho, in Turchia dovranno imitarlo Acerbi, Bastoni, Barella, fino a Lukaku, posto che il belga in Champions sta lasciando una maglia da titolare a Dzeko. Parte di quei pilastri dell’Inter che fu si è ritrovata al Meazza per il derby di ritorno, a supportare i nuovi artefici del percorso. Solo Zanetti è rimasto in società, tutti gli altri hanno preso altre strade. Qualcuno potremmo rivederlo a Istanbul, in diverse vesti.

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