Gasp ha un conto aperto con l’Inter. Inzaghi record, ogni punto vale oro

Domenica sera l’Atalanta cerca l’aggancio, Simone ha portato nelle casse 100 milioni con la Champions

di LUCA MIGNANI
13 marzo 2025
Gian Piero Gasperini ha costruito un’Atalanta in grado di lottare per lo scudetto

Gian Piero Gasperini ha costruito un’Atalanta in grado di lottare per lo scudetto

Certi amori fanno giri immensi e poi ritornano. Altri, no. Tocca ritrovarsi, sì. Ma non nella cornice del c’eravamo tanto amati. Nemmeno un pochino. Men che meno amici: mai. Vecchie e nuove ruggini tra i cerotti, piuttosto, domenica alle 20.45 al Gewiss e in chiaro su Dazn. Atalanta-Inter, ritorno al passato (amaro) per Gasperini, con vista sul domani (inebriante, per tutti) che passa da numeri pesanti. Su tutti, quelli di Inzaghi: nel giorno in cui ha portato a quasi 100 milioni gli introiti Champions (da oggi in vendita i biglietti per Inter-Bayern) nelle casse di Oaktree, è arrivato a quota 200 panchine coi nerazzurri, ossia nella top 5 di tutti i tempi dopo Bersellini, Trapattoni, Mancini e Herrera (368 per il "mago"). E ancora, Inzaghi è davanti alla lunghissima lista di predecessori per media punti: 2,18 che mette dietro chiunque, anche i vari Mourinho (2,12) e Conte (2,11).

Tutt’altra storia, nota, per "Gasp": aveva ereditato un’Inter al termine dell’onda lunga del triplete, consumatasi tra Benitez e Leonardo, che esponeva comunque in bacheca Coppa e Supercoppa italiana e Mondiale per club, nell’estate del 2011. Cinque giornate a Milano, anzi cinque partite: un pari e quattro ko, compresa la Supercoppa persa col Milan e il flop in Champions col Trabzonspor, prima del tris di Novara. Tradotto: addio dopo 73 tramonti. E dopo l’addio, fiele a spasso nel tempo. Da "senza calciopoli l’Inter avrebbe continuato a non vincere", a "sono rimasto poco per fare danni, anzi li ho subiti: che soddisfazione arrivare poi davanti col Genoa". Da "non ho mai allenato un top club, quella non era una grande squadra" al più recente "per colmare il gap con l’Inter un modo è fare un miliardo di debiti e contratti incredibili".

Parole ben più dolci, dopo il poker rifilato alla Juventus, le ha riservate alla "sua" Bergamo in tema scudetto: "La gente deve sognare. E se lo vinciamo vado in Brasile a ballare la samba col mio amico Junior (ex Torino e compagno di Gasperini a Pescara)". Tutt’altro che un sogno, dopo aver portato a casa l’Europa League contro un Leverkusen che non perdeva da 51 partite e dopo essersi giocato la Supercoppa col Real. Molto passa da domenica e da un -3 a cui il calendario strizza l’occhio: in un mese e mezzo l’agenda dell’Inter dice 10 gare (dal Feyenoord a San Siro al ritorno in Coppa Italia col Milan), quella dell’Atalanta (e del Napoli) 5. Altri dati, però, li fanno strabuzzare, gli occhi: Gasperini non ha mai battuto l’Inzaghi interista (due pareggi nel 2021/2022, poi sette ko) e l’ultima vittoria atalantina è datata 2018: 4-1 a Spalletti. Le due nerazzurre, però, si affronteranno con quasi mezza squadra fuori. Nella Dea a Scamacca e Scalvini (stagione finita), Kossonou e Posch (stop di almeno un mese) si è aggiunto il forfait di Cuadrado per una lesione muscolare.

Sull’altro fronte, spera di recuperare almeno per la panchina De Vrij. Martedì sera bandiera bianca nel riscaldamento: infiammazione al ginocchio, il verdetto dei controlli di ieri. Quanto meno, Inzaghi si è concesso il lusso di lasciare a totale riposo Lautaro e Barella. Fuori causa anche buona parte degli esterni: Dimarco, Darmian, Zalewski (rientro dopo la sosta). Senza dimenticare il neo-infortunato Zielinski che ne avrà per un mese abbondante. Tempo al tempo. Intanto, domenica, è tempo di un altro bivio scudetto.

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