Il duello del destino. Napoli da sorpasso, Inter per la fuga . Conte e Inzaghi: vale mezzo scudetto
Due big in frenata, ma al Maradona (18) c’è lo scontro decisivo: che sfida fra i maestri del 3-5-2

Due big in frenata, ma al Maradona (18) c’è lo scontro decisivo: che sfida fra i maestri del 3-5-2
L’uno contro l’altro, predecessore e successore sulla panchina dell’Inter. Antonio Conte e Simone Inzaghi, a giocarsi lo Scudetto per il Napoli e i nerazzurri, col terzo incomodo dell’Atalanta e la Juve che sogna la clamorosa rimonta da -8 dalla vetta. Le spettatrici esterne aspettano al varco, sapendo (Gasperini dixit) che almeno su una delle due si prenderà terreno, previa un successo nei propri impegni. Napoli-Inter assume quindi i contorni di un confronto fondamentale, per la classifica, il messaggio a sé stessi, all’avversario di turno e a quelli alla finestra. Nessuno, dalle due sponde, si azzarda a definirlo decisivo; sempre nessuno lo piazza però sotto la soglia della "partita importante", uno scontro diretto tra seconda e prima.
Quelli che quest’anno l’Inter non ha quasi mai vinto e che lo scorso anno avevano il sapore della sentenza, una dietro l’altra, un anticipo sulla certezza aritmetica. Il 4-0 all’Atalanta alle prime luci del campionato è stato illusorio, successivamente solo pari o sconfitte hanno accompagnato i derby di Milano e d’Italia, nonché l’andata col Napoli. L’1-1 al Meazza sbagliando un rigore, molto contestato da Conte, che si scagliò contro l’utilizzo del Var parlando addirittura di "retropensieri". La polemica bipartisan sul tema arbitrale è arrivata fino ad oggi, corroborata da rimpalli frequenti per dare alla concorrenza il titolo di “favoriti“, nonché dalle discussioni sugli episodi arbitrali, rigori dati e non, fino all’attualità più recente. Il faro si è spostato sulla presunta bestemmia di Lautaro Martinez dopo Juventus-Inter: fossero arrivate segnalazioni in tempi brevi, l’argentino avrebbe rischiato un turno di stop, ma così non è stato, sebbene l’indagine stia proseguendo. "A tutti capita scappi qualcosa in quei momenti, allenatore compreso, ma di lui posso affermare che in tre anni e mezzo non gli ho sentito dire nemmeno le parolacce", dice Inzaghi a difesa del suo capitano, regolarmente arruolato in attesa che la Procura Federale metta sul tavolo la prova audio-video dell’espressione blasfema. Lo scenario più probabile è che patteggi per una multa, come accaduto in passato a Gattuso col Napoli e allo stesso Inzaghi quando era alla Lazio.
Il “Toro“ argentino, oggi, sarà opposto al vecchio amico Lukaku e nuovamente affiancato dal suo collega di reparto preferito, Marcus Thuram, ripresosi dalle noie a una caviglia. Inzaghi confermerà il 3-5-2 da cui non ha quasi mai derogato, se non martedì in Coppa Italia a gara in corso, costretto da ragioni di emergenza tra gli esterni. Lo stesso farà Conte, che allo stesso modulo è arrivato dal 4-3-3, dopo il ko di Neres. Uno stop a cui ha fatto seguito un ruolino di marcia della fu capolista, appena scesa al secondo posto, meno arrembante che in precedenza. "Trovarci lì in classifica - dice Conte - ci deve riempire di orgoglio, ma non deve metterci pressione. Ai calciatori dico di gustarci questa classifica perché ce la siamo meritata col lavoro. Febbraio nero? Per me agosto è stato il mese più difficile, febbraio è stato una passeggiata...". Da oggi comincia marzo: è il rush finale verso il tricolore.
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