Inter-Barcellona: Inzaghi punta alla finale di Champions League a San Siro
L'Inter sfida il Barcellona a San Siro per un posto in finale di Champions League. Inzaghi cerca la storia.

Marcus Thuram è stato spesso l’uomo in più dell’Inter: all’andata ha segnato
La notte della verità nella bolgia di San Siro. Quella che vale un’intera stagione, quella che incollerà milioni di tifosi davanti al televisore e regalerà il record d’incasso al club. Dopo il pirotecnico 3-3 di mercoledì al Montjuic, stasera l’Inter ritrova il Barcellona ed è pronta a (ri)scrivere la storia. Soprattutto Simone Inzaghi, che può diventare il secondo allenatore della Beneamata a centrare una seconda finale di Champions League/Coppa Campioni: "Il gruppo ci crede, ha voglia, sta aspettando questa partita con la giusta tensione – dice il tecnico -. La finale di Istanbul? Quel pensiero ce lo abbiamo ancora dentro, fu una notte difficile da digerire. Ma si vive di presente, non di ricordi. E noi lavoriamo per partite così, per vivere emozioni forti. Siamo a due partite dal vincere la Champions. Non era scontato, siamo qui, senza aver scelto una competizione piuttosto che un’altra. So che servirà una grandissima Inter. Ma ce la giochiamo davanti ai nostri tifosi". Allontana fantasmi e paure Simone, il sogno Triplete è evaporato ma c’è un obiettivo meraviglioso a portata di mano. E poi sai che bello, festeggiare una finale nella stessa settimana in cui il fratello Pippo ha conquistato la promozione in A col Pisa, per la gioia di papà Giancarlo. Perciò Inzaghino si appella allo spirito di gruppo, ben sapendo che solo giocando di squadra si può far male al Barcellona. Che ha grandissimi talenti ("Per limitare Lamine Yamal bisogna cercare di fargli arrivare meno palloni possibile, certo che lo raddoppieremo ma di lui mi ha colpito la velocità di pensiero, prima di ricevere il pallone sa già cosa fare"), ma anche qualche punto debole in difesa come si è visto all’andata. Ecco perché l’allenatore confida nel recupero-lampo di Lautaro Martinez, che al contrario di Pavard (ha lasciato il ritiro all’ora di cena dopo aver provato nella rifinitura) torna a disposizione. L’elongazione ai flessori che lo ha tenuto fermo da giovedì sembra un ricordo, ieri l’argentino ha svolto l’allenamento in gruppo, fra allunghi, cambi di direzione, dribbling e scatti con il pallone. Non ha partecipato al “torello“ iniziale ma ha provato più volte il tiro, ha partecipato alla partitella, c’è solo da capire quanto giocherà: "Tenerlo in panchina per poi farlo entrare? Se un giocatore non può dare una mano dall’inizio, poi non può darla neppure a 20 minuti dalla fine". Difficile capire se le parole di Inzaghi nascondano un pizzico di pre-tattica (pronto Taremi), di certo il calciatore scalpita per giocare. Titolare, al fianco di Thuram in attacco. Pochi dubbi per il resto della formazione, con Bisseck confermato al posto di Pavard. Curioso il siparietto in conferenza stampa quando qualcuno ha ipotizzato una possibile candidatura di Carlos Augusto al posto di Dimarco per arginare meglio Yamal. Inzaghi ha provato a dribblare l’argomento: "Vediamo…quei due spesso hanno giocato anche insieme". Alessandro Bastoni, seduto vicino al tecnico, ha ascoltato perplesso e poi ha replicato con un sorriso: "Ma allora vuol dire che sto fuori io?". Altra risata. Il modo migliore per alleggerire l’attesa. Con la benedizione pure di Gianni Infantino, presidente della Fifa: "Inter o Barcellona? Tutti sanno che tifo per l’Inter...". Viva la sincerità.
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