Inter e Napoli: la corsa allo scudetto si intensifica tra sfide decisive

Inter e Napoli si contendono lo scudetto con un calendario impegnativo. L'Inter affronta il Milan in Coppa Italia.

di MATTIA TODISCO
22 aprile 2025
Simone Inzaghi, 49 anni, guida un’Inter ancora in corsa in campionato, Coppa Italia e Champions League

Simone Inzaghi, 49 anni, guida un’Inter ancora in corsa in campionato, Coppa Italia e Champions League

Sta diventando una fatal Bologna, come il Verona sta al Milan o il Perugia alla Juventus, con la non trascurabile differenza che l’Inter ha ancora cinque partite da giocarsi. In campionato, sono le stesse del Napoli, che mai come ora sperimenterà l’unico effetto positivo di aver steccato lo scorso anno, avendo evitato i viaggi europei delle coppe. Non ha nemmeno a che fare con quella italiana, in cui l’Inter è ancora presente e affronterà domani la semifinale di ritorno col Milan. Conte chiuderà a 39 partite complessive, Inzaghi è già a 50, nel peggiore dei casi toccherà quota 58, nel migliore saranno 61 o 62, in caso di spareggio scudetto. Ci sarebbe il Mondiale per club, ma parliamo di metà giugno.

Il weekend in archivio ha mostrato due squadre stanche. Il Napoli è alle prese con diverse defezioni e cali di rendimento. Fatica a segnare, McTominay a parte, motivo per cui con l’arrivo a pari punti la sfida decisiva sarebbe oggi da disputare a Milano. Gli scontri diretti sono in parità (1-1 all’andata e al ritorno), ma i nerazzurri vantano un +40 contro un +27 di differenza reti. Solo ragioni di ordine pubblico potrebbero portare allo spostamento della sede. L’arrivo a braccetto è ancora tutto da vedere, i partenopei hanno un calendario apparentemente in discesa, ma affrontano squadre a cui servono punti. Magari non al Torino, prossimo avversario, salvo da tempo e lontano dalla zona europea. Discorso che vale anche per il Genoa alla terzultima, ma non per Lecce, Parma (queste due in trasferta) e Cagliari all’ultima al Maradona: lottano tutte per non retrocedere. In queste tappe, però, i valori tecnici saranno sbilanciati più che per le partite dell’Inter, il cui serbatoio è ugualmente in riserva e la cui strada è più lunga. La Roma, sabato prossimo, arriverà a San Siro dopo 17 risultati utili consecutivi. Sempre al Meazza sbarcherà il Verona, in lotta per la salvezza benché in buona posizione (+7 sulla terzultima), mentre il Torino andrà affrontato a domicilio come il Como all’ultima. In mezzo la Lazio che punta a un posto in Europa.

Il tutto con il Barcellona in Champions, il Milan come prossima sfida (senza Thuram, Dumfries e Zielinski) e altre due eventuali finali. Di turnover ce ne sarà il giusto, anche se l’agenda e le gambe stanche richiedono, per arrivare al traguardo a braccia alzate, che le seconde linee diano qualcosa in più. Bastoni e Mkhitaryan risultano squalificati sabato in campionato e quindi ci saranno domani. Potrebbe giocare De Vrij per Acerbi, più difficilmente Bisseck per Pavard, perché il tedesco è entrato come peggio non si potrebbe a Bologna. Arnautovic si è visto al Dall’Ara solo dall’88’: sembra il preludio a un impiego dal 1’ in Coppa Italia, al posto di un Correa apparso una volta di più inadatto al livello richiesto. Finora, in stagione, l’Inter non ha mai battuto i rossoneri. Dovrà invertire il trend, se vorrà tenere aperta la possibilità di un triplete-bis dopo quello del 2010, lasciando da parte i tanti cali nei finali di partita e le polemiche di Bologna. "La rimessa decisiva non doveva nemmeno esserci, quella prima è stata battuta dieci metri più avanti, ma dovevamo essere più attenti", ha sentenziato Inzaghi parlando del gol di Orsolini. Ieri ad Appiano, in fase di analisi, si è dibattuto dei propri demeriti. Per le recriminazioni proprio non c’è più tempo.

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