Inter, Lautaro accompagna Calha alla porta

Il capitano attacca dopo l’uscita dal mondiale, il turco e la moglie rispondono: "Rispetto a senso unico". Rapporto compromesso

di ALESSANDRO LUIGI MAGGI
2 luglio 2025
Hakan Calhanoglu, 31 anni, capitano della nazionale turca

Hakan Calhanoglu, 31 anni, capitano della nazionale turca

Bufera Inter. Nell’estivo caldo torrido che aleggia su Milano, il meteo nerazzurro non cambia. È il destino di 63 gare ufficiali senza titoli, e se lo 0-5 con il PSG era stato preludio all’addio di Simone Inzaghi, il 2-0 della Fluminense porta al centro del mirino Hakan Calhanoglu. Il turco, va detto, non pare fare nulla per evitarsi un’uscita dal capoluogo lombardo simile a quella di un certo Nascimento de Araujo, per tutti Leonardo. Agli inizi degli anni ’10 il brasiliano giurò amore eterno al Milan prima di lasciarlo d’improvviso per l’Inter e poi salutare anche il nerazzurro nonostante il bel rapporto con Massimo Moratti. Quattordici anni dopo il centrocampista turco, che il mondo rossonero non ricorda proprio con affetto, diventa la spiegazione di ogni male di una stagione deludente.

È muro contro muro, con Lautaro Martinez e non solo, tornare indietro pare oggi complesso. Se non impossibile. L’argentino non fa nomi, la precisazione di Beppe Marotta sa di posizione condivisa, le risposte contengono termini durissimi come "lealtà" e "rispetto". Volano gli stracci. Scene del dramma, instantanee. L’Inter che regala in difesa e sbaglia tutto in attacco con la Fluminense, Lautaro che parla di campo, poi affonda: "Il messaggio è chiaro: chi vuole restare resti, chi non vuole restare deve andare via. Lottiamo per una maglia importante". Se qualcuno non ha capito, meglio ribadire: "qua bisogna volerci stare, capito? Qua stiamo lottando per degli obiettivi. Non farò nomi. Noi siamo qua a fare di tutto, ma ho visto tante cose che non mi sono piaciute" conclude il capitano. Sfogo? No, messaggio chiarissimo. Concordato con il club? Difficile dirlo, certamente è un tema noto a tutti, e condiviso, se il presidente Beppe Marotta non passa oltre: "Non l’ha detto lui, ma lo dico io, il discorso è riferito a Calhanoglu. Ma non dobbiamo buttare la croce su Calhanoglu, parleremo con lui". Ieri comunque prima di ripartire per l’Italia staff, squadra e dirigenza hanno avuto un confronto per analizzare la sconfitta.

L’attacco ha avuto eco mondiale, la moglie di Calhanoglu Sinem per prima alza la voce su Instagram: "Alcune persone non sono leali a te. Sono leali al loro aver bisogno di te. Una volta che i loro bisogni cambiano, lo stesso vale per la loro lealtà. Non rimpiangere di avere un buon cuore. Tutte le cose belle tornano e si moltiplicano", dice rivolta al marito. La tensione sale alle stelle, Hakan non si trattiene (e strappa un ’like’ a Thuram): "Rispetto ogni opinione, anche quella di un compagno, anche quella del presidente. Ma il rispetto non può essere a senso unico. L’ho sempre dimostrato, dentro e fuori dal campo. E credo che nel calcio, come nella vita, la vera forza stia proprio nel sapersi rispettare, soprattutto nei momenti più delicati". La famiglia Calhanoglu fa fronte comune, lo ha sempre fatto, anche fissando con muso duro i cori anche fuoriluogo della Sud.

Non ha convinto la stagione del turco. Non è piaciuto il silenzio di fronte alle voci di mercato. Addio Inter, ma siamo solo alla prima puntata.

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