Inter, ottavi di nobiltà. Lautaro entra e decide. Inzaghi: missione compiuta
Champions, i nerazzurri sbancano Salisburgo con la solita grande solidità. Ecco la qualificazione, ora è sfida con la Real Sociedad per il primo posto.

Lautaro entra e decide. Inzaghi: missione compiuta
La risolve sempre Lautaro Martinez. Dalla panchina, chiamato all’ordine per spedire l’Inter agli ottavi di finale di Champions League, laddove i nerazzurri approdano con due gare d’anticipo battendo a domicilio il Salisburgo. Resta l’obiettivo del primo posto nel girone, oggi in compartecipazione con la Real Sociedad, altra presenza certa nella prossima fase.
Fanno la differenza i cambi in corsa con cui Inzaghi rimodula un’Inter inizialmente riveduta e corretta, che impiega un po’ a registrarsi contro un pressing alto teso a far sbagliare l’avversario. Strategia a cui gli ospiti oppongono la qualità del palleggio, anche se talvolta Acerbi e Bastoni non misurano adeguatamente il disimpegno. Il più a suo agio nel giocare la palla fra i tre dietro sembra Bisseck, all’esordio dal 1’, ma il tedesco eccede in irruenza quando al 27’ si oppone a Ulmer e guadagna il primo giallo della partita.
Pur sollecitato in qualche circostanza, Sommer sbriga un lavoro tutto sommato ordinario. Gloukh ci prova con una punizione troppo centrale, Konaté ("Ci piace, ma non solo a noi" ammette Marotta nel pre-gara) con un velleitario pallonetto dalla trequarti. In compenso, sul lato opposto, c’è ancor meno da fare per Schlager, i cui guantoni smorzano la sfera solo a mezz’ora scoccata, su un tentativo dal limite di Bisseck. È un primo squillo, il secondo arriva a breve con un’incornata di Bastoni di poco larga. L’occasione più gande la sciupa Frattesi, apparecchiata dallo sprint di Thuram e dall’appoggio di Sanchez: il centrocampista azzurro non rende onore al suo recente score realizzativo e spedisce ai vecchi popolari.
La regola dell’ammonito colpisce Bisseck: fuori dopo l’intervallo per far spazio a De Vrij. Cambia anche Struber con Gourna-Douath per Ulmer. Volano presto altri due gialli, uno diretto a un Calhanoglu in versione minore. Il possesso palla si sposta verso l’Inter, le occasioni verso il Salisburgo, non sfruttate da Gloukh e da Konaté. Va fuori anche il secondo ammonito nerazzurro (dentro Asllani), ma servono Barella e Lautaro per dare all’Inter lo slancio, dopo l’ampio turnover nella formazione di partenza. Quando i ritmi sembrano stabilizzarsi, in realtà il duo prepara l’assalto. Asllani spaventa Schlager dal limite, Thuram chiede invano un rigore che all’arbitro non sembra tale. Quindi si accende Martinez che coglie una traversa al primo tiro in porta di testa, complice la deviazione di Schalger. La pressione diventa forte e si concretizza in un “mani“ in area di Bidstrup sul piattone di Barella, vale il rigore realizzato dal capitano interista. È il gol qualificazione, a cui il 10 non aggiunge il bis mancando la porta in contropiede nel finale.
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