Inter, svolta obbligata. Ancora la Fiorentina, incubo da non ripetere. Serve la vera ThuLa

Inzaghi insegue Conte e ritrova Acerbi, Barella l’uomo chiave in mezzo

di MATTIA TODISCO
10 febbraio 2025
Simone Inzaghi, 48 anni. L’Inter ha vinto due delle ultime cinque gare di campionato e deve subito rimettersi all’inseguimento del Napoli di Conte

Simone Inzaghi, 48 anni. L’Inter ha vinto due delle ultime cinque gare di campionato e deve subito rimettersi all’inseguimento del Napoli di Conte

È il giorno della rivincita. Inter-Fiorentina, a stretto giro con Fiorentina-Inter, la partita che giovedì scorso ha permesso ai nerazzurri di togliere l’asterisco in classifica, non di affiancare il Napoli capolista. Il tonfo è stato inatteso, anche nelle proporzioni, ma oggi i campioni d’Italia possono rosicchiare due punti ai partenopei, andando a -1. Non accadeva da quasi sei anni che l’Inter perdesse con tre gol di scarto, il che significa che Inzaghi, a Milano, non ci era mai passato. Deve quindi organizzare una reazione da una sconfitta che non conosceva, in questi termini. E deve farlo consapevole che, almeno sulla carta, la Fiorentina di stasera sarà più completa rispetto a quella del recupero.

C’è un vantaggio, oltre al fattore campo a favore: non si può pensare di sottovalutare l’avversario, che al Franchi si presentava senza i nuovi acquisti invernali più gli infortunati Adli e Gudmundsson. L’islandese ci sarà, il francese no. Resteranno fuori anche Comuzzo per squalifica e l’infortunato Pablo Marì, ma gli altri innesti di gennaio risultano tra i convocati e c’è chi, come Folorunsho, ha già guadagnato i gradi da titolare a suon di prestazioni. Qualche defezione, stavolta, ce l’avrà anche l’Inter. Dumfries è fermo un turno per decisione del giudice sportivo, Dimarco è reduce da giornate febbrili (nel senso medico del termine, andrà in panchina) e anche tra chi non è indisponibile si avverte un calo di brillantezza. De Gea al limite dell’inoperoso a Firenze è un segnale pesante. Fino al palo colpito da Bisseck, anche nel derby l’Inter aveva prodotto pochissimo per un’ora. A Inzaghi servono voglia di rivalsa e giocatori freschi, in ogni reparto. Non può cambiare molto in attacco, dove Correa è ancora in fase di recupero e il duo Taremi-Arnautovic offre un livello neppure simile a Thuram e Lautaro.

Ecco allora che i cambi arriveranno negli altri due reparti. Uno dei quali, la difesa, saluterà il probabile ritorno dal 1’ di Francesco Acerbi. Un pretoriano di Inzaghi, nonché uno dei giocatori più colpiti dagli infortuni quest’anno. Non gioca dal 23 novembre, Verona-Inter 0-5. Sembrava pronto ad inizio 2025, tanto da andare in panchina subito dopo la trasferta in Supercoppa, ma è stato costretto a rivedere i piani e rimandare il momento del rientro. Fino ad oggi, quando presumibilmente darà fiato a De Vrij, uno dei migliori nerazzurri della stagione. Complice la prolungata assenza del suo principale concorrente per una maglia, l’olandese è stato “spremuto“ dal tecnico. A destra di Acerbi tornerà anche Pavard, dopo la brutta prestazione di Bisseck al Franchi (sebbene in linea con quella di molti compagni).

Il ritorno più importante avverrà a centrocampo. Con Calhanoglu e Mkhitaryan in debito di condizione, per quanto confermati nelle indicazioni della vigilia, non c’è alternativa al rilancio di Barella. Un giocatore cruciale, più adatto al credo di Inzaghi rispetto a Frattesi, favoloso incursore e palleggiatore rivedibile. Darmian e Carlos Augusto dovrebbero essere gli esterni di centrocampo. Dumfries è infatti squalificato, mentre a sinistra Zalewski cova la speranza di superare il brasiliano nel ballottaggio.

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