Inter, una beffa Mondiale. L’avvio choc costa l’uscita. Ai quarti va il Fluminense
Cano gela i nerazzurri al 3’, poi Lautaro & Co. dominano e colpiscono due pali. Nel recupero il gol di Hercules chiude il match, Chivu out tra tanti rimpianti.

Il gol. di Hercules dello 0-2: l’Inter si è svegliata troppo tardi, e anche per episodi sfortunati deve lasciare il grande torneo.
Il Mondiale per club dell’Inter finisce male. Agli ottavi di finale, schivando i temuti fulmini di Charlotte, che alla fine non arrivano mai, ma non il Fluminense. I brasiliani approdano ai quarti di finale vincendo 2-0, con un gol all’inizio e uno alla fine. La squadra di Chivu veniva da un’ottima prova col River Plate. Non solo non la replica, ma gioca in maniera orrenda, sbagliando di tutto e di più soprattutto in costruzione, favorendo le infilate che portano alle reti di Cano e Hercules.
L’approccio dei nerazzurri è un disastro. Tre uscite in costruzione errate già nei primissimi secondi, con Sommer protagonista in negativo tra rinvii sbilenchi e un’uscita mancata su cui Cano non si fa pregare, siglando il vantaggio dei brasiliani da pochi passi. Così la partita diventa presto simile a quella con gli Urawa Red Diamonds: il Fluminense, schierato a specchio, si mette a protezione di Fabio (bravo a sventare l’immediato tentativo di pareggio di Dimarco) e l’Inter abbonda in possesso orizzontale, senza essere quasi mai pericolosa. Anzi, l’occasione più grande ce l’ha Samuel Xavier, su ribattuta, dopo un altro intervento maldestro di Sommer che respinge male un tiro di Arias. Opportunità, quelle del “Flu“, che nascono sempre da palle perse in uscita dall’Inter, da rimpalli su cui i ragazzi di Renato si lanciano con maggior vigore. Tradiscono i senatori: un Mkhitaryan irriconoscibile, il fantasma di Thuram e un Lautaro che non azzecca un appoggio. I brasiliani hanno struttura, vengono da due clean sheet su tre partite del girone e quando asserragliati davanti al portiere sono complicati da superare, persino con la fisicità di cui dispone l’Inter, a cui manca anche la necessaria precisione nei rifornimenti offensivi.
A ripresa già cominciata Chivu punta su Luis Henrique, Sucic e Carboni per ridare smalto a una squadra che non produce nulla e che trema ogni volta che un pallone transita nella propria trequarti. Sommer si ricorda delle sue doti e sventa il 2-0 con una super parata ancora su Arias. Quasi dal nulla, l’Inter costruisce la chance per impattare: De Vrij la mette incredibilmente fuori ad un passo dalla porta. La sponda giusta l’aveva trovata Lautaro Martinez, che si rianima e comincia a produrre. Manca di forza dal centro dell’area, poi centra Fabio in girata su grande giocata del subentrato Sebastiano Esposito, quindi coglie il palo interno dal limite dell’area. Tutto nel giro di pochissimi minuti. Nel finale Carlos Augusto manda alle stelle anche l’ultima preghiera e Hercules mette la parola fine. È il gol con cui l’Inter lascia il torneo. Meritatamente.
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