Juve, svolta da big. Conceição decide il Derby d’Italia. L’Inter non punge e frena ancora
Tante emozioni allo Stadium, i nerazzurri sbagliano troppo e mancano il sorpasso in vetta al Napoli . Motta trova la continuità che mancava: centrata la quarta vittoria di fila tra campionato e Champions.

Tante emozioni allo Stadium, i nerazzurri sbagliano troppo e mancano il sorpasso in vetta al Napoli . Motta trova la continuità che mancava: centrata la quarta vittoria di fila tra campionato e Champions.
In testa al campionato resta il Napoli. Ancora una volta la trasferta in casa della Juventus risulta indigesta all’Inter, che perde 1-0 per la rete di Conceição e finisce a due punti dai partenopei. Motta, invece, aggancia la Lazio in quarta posizione, ad oggi l’ultima che qualifica alla prossima Champions League. Una volta di più, i nerazzurri mancano l’appuntamento nel “big match“, come è accaduto nel derby di Milano perso all’andata, come in Inter-Juventus 4-4 dell’andata o nell’1-1 col Napoli al Meazza, sempre nel primo dei due gironi di campionato. Per Inzaghi non fa la differenza in positivo nemmeno l’aver potuto lavorare senza impegni infrasettimanali vicini, quelli che ha dovuto affrontare l’avversaria dovendo passare per i playoff di Champions contro il Psv. Anzi: nel finale è sembrata la Juve la squadra con maggior benzina nel motore e l’Inter quella arruffona, con poche idee per impattare.
I bianconeri hanno anche la prima occasione della partita, che Nico Gonzalez spara alto da dentro l’area dopo una palla persa da Calhanoglu, scivolato sul terreno di gioco. La tattica ordinata da Motta, però, è attendista, volta ad aspettare un possibile errore in palleggo degli avversari, che di tanto in tanto arriva e crea presupposti interessanti. Sommer deve distendersi due volte in pochi secondi, su Nico Gonzalez e poi su Conceição, a cui il pallone viene improvvidamente servito da Barella in un maldestro tentativo di uscire dalla propria area. Il centrocampista azzurro è al centro degli highlights sui due lati del campo. Lo è, infatti, anche quando scivola al momento del tiro dal limite e involontariamente serve Taremi, la cui rovesciata è troppo centrale, intercettata da Di Gregorio. Più ancora dell’iraniano, le occasioni per far male le ha Lautaro Martinez. Due volte, con tanto spazio, l’argentino manca lo specchio, la seconda dall’interno dell’area. Anche Kolo Muani ha una ghiotta opportunità, sventata dal connazionale Pavard con una provvidenziale chiusura. Appena la Juve avanza il baricentro, il confronto diventa un contenitore di singoli duelli e quello Dumfries-Savona pende dalla parte dell’olandese, a cui il palo nega il vantaggio al tramonto del primo tempo.
Tornata in campo dopo l’intervallo, l’Inter perde brillantezza nella costruzione dal basso e la Juve ha buon gioco in transizione, anche se per due volte Conceição non trova il modo per far male, una volta arrivato in area nerazzurra. Arrivano i primi cambi, tra i quali l’atteso ingresso di Marcus Thuram per la sfida in famiglia con Khephren (papà Lilian è in tribuna). Tra i subentrati è però soprattutto Zalewski a dare vivacità in fase offensiva: su un suo invito, Lautaro spreca un’altra grande chance, la terza della sua brutta serata e a lungo una delle rare di una ripresa con molti meno spunti da annotare. La vera grande parata, infatti, Di Gregorio la compie a gioco fermo, considerando che Mariani fischia un fallo di Thuram dopo la fine dell’azione. Il direttore di gara lascia invece andare sul contrasto Kolo Muani-Calhanoglu e alla fine Conceição trova il sinistro vincente da pochi passi. Nei minuti successivi al vantaggio la Juve legittima il risultato, sia perché crea i presupposti per il raddoppio in almeno altre due occasioni, sia perché riduce al minimo i rischi, che non aumentano nemmeno quando Inzaghi inserisce Correa. Solo Thuram riceve un pallone sulla testa e in pieno recupero un secondo sul mancino. In entrambi i casi spedisce largamente fuori dallo specchio, spegnendo le speranze nerazzurre di rimonta.
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