Manovre Inter. Duello Sucic-Asllani con Calha in stand-by

Il quesito è chiaro, inevitabile, urgente: può l’Inter fare a meno di Hakan Calhanoglu? Non si tratta tanto di mercato,...

di ALESSANDRO LUIGI MAGGI
24 giugno 2025
L'imponente stadio San Siro di Milano visto dall'esterno

L'imponente stadio San Siro di Milano visto dall'esterno

Il quesito è chiaro, inevitabile, urgente: può l’Inter fare a meno di Hakan Calhanoglu? Non si tratta tanto di mercato, né di suggestioni esotiche. È una questione tecnica, strutturale, quasi esistenziale per la squadra nerazzurra. Perché Calhanoglu, regista e baricentro di tante certezze recenti, è l’uomo che tiene insieme geometrie, ritmo e personalità. Eppure, tra acciacchi e voci di un addio, si affaccia la possibilità concreta di un’Inter che debba fare senza di lui. Anche in virtù di un’ultima annata tutt’altro che costante.

La domanda si fa ancora più pressante dopo le prime uscite nel nuovo ciclo Chivu. Il 3-4-2-1 schierato dall’allenatore all’esordio al Mondiale per Club contro l’Urawa ha convinto poco: mancanza di connessioni, spaziature in crisi, Barella fuori asse, centrocampo che faticava a salire. Fondamentalmente, tanto possesso palla ma nessun tiro in porta per più di un’ora, con Zalewski a sbagliare molte scelte. Ma è altrettanto evidente che proprio questo sistema, con due rifinitori alle spalle di una punta, sia la prima opzione tattica, ad oggi, per l’ex difensore romeno ora in panchina.

Intanto Ilkay Gundogan è chiaro: "Sono molto felice al Manchester City, ho ancora un altro anno di contratto. Credo di poter giocare ai massimi livelli ancora per qualche anno", lasciando aperta la mira del Galatasaray all’ex Milan. E allora: come si costruisce un’Inter del genere senza Calha, senza un regista naturale? La risposta, forse, è nei piedi e nella testa di Petar Sucic. Il croato, arrivato con discrezione ma grande attesa, ha già lasciato intuire una duttilità che può rivelarsi chiave.

Non è un clone di Calhanoglu, ma può evolvere in una mezzala moderna, capace di dare equilibrio a un 3-5-2 più scolpito o dinamismo a un 3-4-2-1 che rischia l’improvvisazione. Il tutto mentre Asllani continua a non convincere e Frattesi, seppur in crescita, rimane più incursore che regista.

Sul centrocampista albanese si concentrano i maggiori punti di domanda. Kristjan Asllani non ha mai davvero impressionato, se non in qualche gara di secondo piano, soprattutto nel finale di campionato. Si può puntare ancora su di lui o meglio cercare soluzioni in uscita? In questo quadro, il match decisivo contro il River Plate alle 3 della notte fra domani e giovedì arriva come un banco di prova perfetto. L’ottimismo sul recupero di Dumfries e la buona condizione di Frattesi e Thuram fanno sperare in una squadra più vicina a quella-tipo.

Ma i nodi restano: modulo e centrocampo. L’Inter di Chivu può davvero rinunciare a Calhanoglu? E se sì, ha già in casa la risposta o dovrà cercarla altrove? In fondo, anche il mercato ruota attorno a queste domande. Bonny, Hojlund, le riflessioni su Taremi: dettagli importanti, ma accessori. Perché oggi la vera sfida nerazzurra non è chi compra. È chi tiene in piedi l’Inter. Con – o senza – Calhanoglu.

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