Scudetto senza padroni. Inzaghi si fa raggiungere: "Non siamo stati perfetti»

Napoli e Inter, un tempo a testa: Dimarco alla Diego (poi va ko), pari Billings all’87’. Il tecnico nerazzurro teme gli infortuni: anche Calhanoglu a rischio in Champions.

di GIULIO MOLA
2 marzo 2025
La perla di Federico Dimarco per lo 0-1: è il primo gol su punizione di sinistro dall’intitolazione dello stadio a Maradona

La perla di Federico Dimarco per lo 0-1: è il primo gol su punizione di sinistro dall’intitolazione dello stadio a Maradona

In fuga per oltre un’ora sul prato del Maradona dopo uno strepitoso gol su punizione “alla Diego“ di Federico Dimarco da Calvairate, l’Inter si fa acciuffare quasi sul traguardo dal Napoli coraggioso e mai domo. Termina senza vinti nè vincitori il faccia a faccia fra la prima e la seconda della classe, i nerazzurri (che a lungo sono stati a +4) restano in vetta ma i partenopei sono lì, col fiato sul collo dei rivali. Un risultato che tiene apertissima la corsa scudetto nella quale potrebbe clamorosamente rientrare domani sera anche la Juventus in caso di successo contro il Verona nel posticipo.

E se ad Antonio Conte (privo di Anguissa e Neres e alla quinta partita di fila senza vittorie) c’è poco da rimproverare, per la rabbiosa reazione della sua squadra da una parte e i cambi azzeccati nel finale dall’altra (l’1-1 al minuto 87’ porta la firma di Billing, nigeriano di sangue e danese di scelta imbeccato da Lobotka), Simone Inzaghi torna a casa con un pugno di rimpianti visto che per l’ennesima volta l’Inter non riesce a “trattenere“ il vantaggio e portare a casa i tre punti incassando il gol negli ultimi giri di lancetta. D’accordo, pesa la stanchezza visto che i nerazzurri giocano ogni tre giorni.

E pesano ancor di più gli infortuni (ieri ko anche Calhanoglu e Dimarco, si rischia di giocare senza esterni l’andata degli ottavi di Champions contro il Feyenoord), ma pare incomprensibile l’atteggiamento della squadra che dopo il vantaggio (22’) mai si è resa pericolosa rinunciando a giocare soprattutto nella ripresa quando raramente ha oltrepassato il centrocampo dove la supremazia dei partenopei (gigantesco Lobotka) era evidente. “Invisibili“ Lautaro e Thuram, costretti a “ritirarsi“ tutti gli altri in una partita di totale adattamento tattico (si è passati al 4-4-2) e “resistenza, diventata sempre più “sporca“ fra tackle ispidi e speroni bollenti (ma con zero ammoniti), col passare dei minuti, la furia del Napoli (pericoloso con Gilmour e McTominay ipnotizzati da Martinez) ha prevalso sull’eccessiva prudenza dei campioni d’Italia che, nonostante gli interventi miracolosi di Bastoni e la tenacia del vecchio Acerbi, non hanno retto l’assedio finale dei partenopei (sfiorato addirittura il 2-1 nel recupero con Ngonge).

"Negli scontri diretti bisogna essere perfetti e noi non lo siamo stati – ammette sconsolato Inzaghi –. Sfida difficile con un primo tempo equilibrato, nel secondo abbiamo avuto problemi perché il Napoli è cresciuto tanto, è più fresco di noi. La corsa scudetto? Siamo tutti lì". Gli fa eco Conte, sorridente dopo il ko di Como: "Resteremo aggrappati fino alla fine a non vi dico cosa...". C’è poco da decriptare. Scaramanzia a parte, lo scudetto è lì... ad un punto.

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