Settimana decisiva per l'Inter di Inzaghi: Bayern, derby e Bologna in sette giorni

Simone Inzaghi affronta una settimana cruciale con sfide contro Bayern, Milan e Bologna. Il futuro del tecnico è in bilico.

di ALESSANDRO LUIGI MAGGI
15 aprile 2025
Marcus Thuram, 27 anni, e Simone Inzaghi (49): l’Inter è pronta alla grande volata

Marcus Thuram, 27 anni, e Simone Inzaghi (49): l’Inter è pronta alla grande volata

Alta pressione sull’Inter. Soprattutto, altissima sul condottiero: Simone Inzaghi. Domani il Bayern Monaco, il 23 il derby con il Milan. Nel mezzo, la trasferta al Dall’Ara contro il Bologna. Tre tappe in sette giorni che potrebbero riscrivere la storia di questa stagione — e forse anche il futuro del tecnico nerazzurro. Un monito arriva direttamente dal mondo rossonero: stagione 2004-2005, quella che molti considerano la miglior versione del Milan di Carlo Ancelotti. In attacco c’erano Shevchenko, Crespo e Inzaghi. Sembrava l’anno perfetto per vincere tutto. E invece arrivò il secondo posto in campionato e la disfatta di Istanbul, con tre gol di vantaggio svaniti in una notte. È il destino beffardo di chi vuole conquistare ogni trofeo: il rischio è dietro l’angolo.

Non a caso, nell’epoca moderna, solo José Mourinho è riuscito nell’impresa del Triplete. Ed è proprio allo "Special One" che si ispira Inzaghi, con una rosa forse meno scintillante ma plasmata su principi chiari. Si parla anche di contratto. Da mesi si discute di una possibile estensione fino al 2028. Ma c’è chi sostiene che possa essere vincolata ai risultati sul campo. A uno sguardo più profondo, sembrerebbe un paradosso. Perché questa Inter è diventata un’estensione del suo allenatore. Un’identità tattica riconoscibile, un gruppo unito, una mentalità che manca in molti altri club italiani. Spesso dimenticato dai profeti del "giochismo", Inzaghi ha invece creato una squadra solida e armoniosa. Un progetto tecnico chiaro, raro da queste parti. Basta guardare i nomi, le parabole dei singoli. Lautaro Martínez è oggi uno dei top mondiali, leader carismatico e tecnico. Marcus Thuram non aveva mai segnato così tanto. Hakan Çalhanoglu è diventato un regista totale, tra i migliori in Europa. Henrikh Mkhitaryan ha trovato una seconda giovinezza, insperata.

E poi il trio che l’Italia intera dovrebbe benedire: Alessandro Bastoni, migliorato anche dopo l’addio a Gasperini, Nicolò Barella, sempre più dominante nel suo ruolo, e Federico Dimarco, consacrato come uno dei migliori esterni a livello continentale. L’elenco potrebbe continuare con Carlos Augusto e Dumfries. Ma è il contesto a parlare più forte. Valorizzazione di tutta la rosa, piena sinergia con la dirigenza. Simone Inzaghi è, oggi, il tecnico che qualunque club ambirebbe ad avere. Eppure, il "risultatismo" resta in agguato.

Per questo, ora più che mai, testa al campo. Anche le diffide preoccupano: in Champions rischiano Lautaro, Barella, Mkhitaryan, Bastoni e Pavard. Intanto, una maglia chiesta da Marcus Thuram per il figlio Lorenzo aiuta a stemperare la tensione. Ma è chiaro che tutto inizia domani: la prima tappa di una settimana cruciale, in cui Inzaghi chiederà aiuto anche a San Siro. La Nord, in realtà, non lo ha mai abbandonato. Il suo nome è spesso il primo ad essere cantato. Per la tifoseria, almeno, il rinnovo dovrebbe essere già scritto. A prescindere dai titoli.

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