Un’altra Inter è possibile. Arnautovic suona la carica. Coppa Italia, derby servito

Inzaghi cambia mezza squadra: battuta la Lazio con l’austriaco e Calhanoglu. Doppia sfida contro il Milan nella semifinale, ma prima lo spareggio scudetto.

di MATTIA TODISCO
26 febbraio 2025
Hakan Calhanoglu trasforma il rigore conquistato da Correa che fissa il risultato finale sul 2-0: l’Inter è in semifinale

Hakan Calhanoglu trasforma il rigore conquistato da Correa che fissa il risultato finale sul 2-0: l’Inter è in semifinale

E derby sia. L’Inter batte 2-0 la Lazio ai quarti di Coppa Italia e raggiunge il Milan nelle semifinali, restando in corsa per tre competizioni. Vittoria di determinazione, “sporca“ più che bella. Formazioni alla mano, è la Lazio dei titolari (defezioni a parte) contro l’Inter delle alternative, che portano a casa il successo. I nerazzurri devono registrare qualche movimento, come risulta evidente dai primi minuti. Dia trova un’autostrada verso la porta, falla che Bisseck chiude con la diagonale. Sempre il tedesco mette provvidenzialmente un piede per evitare che Isaksen si trovi a campo aperto, diretto verso Josep Martinez. Nella squadra di Inzaghi latita l’organizzazione. Asllani si trova ultimo uomo a difendere ancora contro Isaksen, poco prima del 20’, e il portiere nerazzurro provvede in corner. Piove sul bagnato, per il meteo e per la metafora: si fa male Darmian (risentimento muscolare ai flessori della coscia destra) e Dumfries termina il riposo in panchina. Si infoltisce l’infermeria in un reparto, gli esterni, che già non ha Zalewski e Carlos Augusto: solo il brasiliano ha chance di farcela sabato col Napoli. Buona parte dei palloni persi in costruzione dall’Inter portano il nome di Taremi, costantemente anticipato, impacciato nei movimenti. Protagonista diventa il suo compagno, Marko Arnautovic, che rischia di uscire dopo un contrasto con Gigot, resta in campo e piazza un sinistro al volo a cui Mandas non può opporsi.

La Lazio della ripresa ha Gila per Romagnoli e un possesso sempre più in crescita. È in svantaggio, ma crea, commette meno errori in appoggio rispetto a un’Inter in cui Pavard regala un pallone nella propria area a Isaksen, Dimarco svirgola rischiando di lanciare un pericoloso contropiede ospite, mentre Dumfries salva sulla linea un tiro che Martinez non riesce a togliere dallo specchio. Viene impegnato anche Mandas, in uscita su Taremi. Ma i biancocelesti spingono, mentre l’Inter (con il timido Asllani in regia) è conservativa. Zaccagni cerca una deviazione volante troppo centrale, poi Baroni pesca tre innesti dalla panchina (Nuno Tavares, Noslin e Pedro) per aumentare la potenza di fuoco. Inzaghi rinfresca l’undici con Calhanoglu, Correa e Bastoni, che fa il quinto a sinistra e appena entrato resta a lungo a terra per una testata fortuita rimediata da De Vrij. Rivisitata, è un’Inter migliore. Il subentrato Correa si procura un rigore (fallo di Gigot) che Calhanoglu trasforma. Pedro non si arrende: traversa su tiro deviato, ultimo brivido per il Meazza.

Nel pre-gara, Inzaghi parla di futuro: "Chiaramente io sto molto bene all’Inter, c’è molta sintonia con tutta la società".

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