Italia di Spalletti: una partita surreale tra speranze e delusioni
L'ultima partita dell'Italia di Spalletti si conclude tra speranze disattese e un futuro incerto per la Nazionale.

Giacomo Raspadori, 25 anni, segna col destro la rete dell’1-0 dopo le difficoltà iniziali dell’Italia. E’ il suo nono gol in azzurro
dall’inviato
La partita surreale dell’ultima Italia di Luciano Spalletti somiglia a moltissime altre, per tutto il primo tempo e anche per parte della ripresa: troppo brutta e impacciata per non finire come si sapeva già da due giorni. Riuscirà Claudio Ranieri a ravvivare un azzurro sempre più stinto?
Di sicuro ieri la partita è andata come Spalletti sperava solo nella ripresa, e neanche tutta: "Ai ragazzi ho chiesto di farmi uscire con una vittoria", aveva detto prima dell’inizio, prima di essere fischiato dal pubblico del Mapei alla lettura delle formazioni. Lui, Spalletti, ha percorso per tutta la gara l’area tecnica come un’anima in pena, scavando un solco come Paperone quando pensa. Solo che anche stavolta ha pensato le stesse cose che l’hanno portato all’addio, non basta aver cambiato cinque titolari su undici e qualche posizione (Bastoni centrale, Frattesi al posti di Barella, Cambiaso e Dimarco sulle fasce) per accendere gioco e entusiasmo.
Per quello, o almeno per qualcosa che ci somigli, è servito inserire Orsolini, togliere Ricci e cambiare modulo (da 3-5-2 a 3-4-2-1), anche se i moldavi hanno continuato a correre il doppio degli azzurri e a prendere tutti i palloni di testa. E il raddoppio è stato solo un’illusione, una promessa mancata come un po’ tutta l’esperienza azzurra del ct che da oggi sarà un ex forse nel mirino di qualche club.
Nel primo tempo l’aveva sbloccata un suo pretoriano, quel Raspadori che aveva segnato anche l’ultima volta a Reggio Emilia, contro la Lituania. Nella ripresa il raddoppio è arrivato da Cambiaso bravo a sfruttare una respinta dopo una creazione di Orsolini. L’Italia sembrava rivitalizzata, ma poi la birra è finita nelle gambe nonostante i cambi, mentre quelle dei moldavi hanno continuato a girare a mille. Lontano, in Estonia, dopo tanto 0-0 era Haaland a cancellare l’altro miraggio, quello di poter riaprire a sorpresa anche la corsa al primo posto.
Finisce con un’esultanza liberatoria di un gruppo che si accascia a terra sfinito, con qualche applauso anche per lui, Spalletti, che va ad abbracciare e salutare tutti i giocatori in campo: "Non lasciamo un grande entusiasmo anche se il pubblico ci ha accolto in maniera splendida, io purtroppo non ho fatto la differenza. Non ho saputo trovare le soluzioni, lascio la nazionale nella stessa condizione in cui l’ho trovata, con la paura di non andare al mondiale. Dovevo migliorarla, ho fallito. Spero solo che chi dice no alla nazionale in futuro poi ne sia escluso. Adesso i ragazzi erano tutti stremati, logori. Ora farò il tifo per chi prenderà il mio posto", ha detto il ct uscendo. Onesto fino al sipario.
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