Italia-Moldavia: Spalletti a rischio, Ranieri e Pioli possibili sostituti
Dopo Italia-Moldavia si deciderà il futuro di Spalletti. Ranieri e Pioli pronti a subentrare per le qualificazioni mondiali.

Claudio Ranieri, 73 anni
Penultimatum, in pratica. Se ne riparla martedì, dopo Italia-Moldavia, per capire se c’è davvero un problema insanabile di comunicazione tra il ct e il gruppo azzurro, cosa che potrebbe anche spingere Spalletti a fare subito un passo indietro, o la Figc in avanti. Ieri ovviamente si è scatenato il toto-ct, due nomi su tutti sono circolati (il terzo, il ritorno di Roberto Mancini, appare al momento inverosimile anche se il ct campione d’Europa ha ammesso l’errore): i nomi sono quelli di Claudio Ranieri e soprattutto di Stefano Pioli, sia perché hanno caratteristiche umane precise e forse necessarie in questo momento, da ’normalizzatori’, sia perché sono liberi o liberabili senza grandi difficoltà, dettaglio non secondario quando si sceglie di intervenire in corsa per salvare il salvabile. Pioli stava dialogando da tempo con la Fiorentina, ieri il discorso ha subito una frenata improvvisa. Difficile credere che sia solo una coincidenza.
Ieri a Coverciano le parti coinvolte, ovvero il ct, i giocatori e il presidente federale Gabriele Gravina, hanno già iniziato un confronto che comunque non sarà ’concretizzato’ in alcuna decisione sulla panchina prima della partita di domani sera a Reggio Emilia. Ovviamente non avrebbe avuto senso intervenire con due giorni di margine, ovviamente anche un gruppo senza individualità di spicco, e arrivato visibilmente in riserva in molti suoi uomini di riferimento a fine stagione, può benissimo battere la Moldavia con un margine che consenta di provare a rilanciarsi nelle qualificazioni mondiali.
Tecnicamente, l’Italia ha perso solo la prima partita di otto, anche se era quella più delicata. Se la squadra riuscisse a dimostrare quello che vale (sicuramente più di quanto fatto vedere a Oslo), pensare di vincere contro tutte le altre e anche con punteggi rotondi non è cosa fuori dal mondo. Quello serve, per arrivare a giocarsi il primo posto nel girone contro la Norvegia nella gara di ritorno il 16 novembre a San Siro. Ma serve anche per avere la sicurezza del risultato minimo, quel secondo posto che darebbe diritto a giocarsi gli spareggi, la vera ultima spiaggia.
Se ieri l’allarme delle sirene azzurre è risuonato nel gruppo, è perché una mancata vittoria nella sfida di domani sera renderebbe complicata anche la corsa verso il playoff. E a quel punto la sterzata sarebbe necessaria, ma a quanto pare il primo a rendersene conto è lo stesso Spalletti, che nel dopopartita sembrava colpito quanto i giocatori dalla pochezza caratteriale della prestazione.
Sulla quale ieri si sono concentrati i commenti di tutti, dei critici e di chi auspica una reazione: ovviamente sul piatto c’è anche il partito anti-Gravina (partito che però, dopo averne chiesto la testa dopo il fallimento agli Europei, forse si era distratto visto il risultato bulgaro nella rielezione alla presidenza Figc), ovviamente sui social la critica è stata molto più decisa dei contrasti degli azzurri in Norvegia, ovviamente soprattutto chi è stato nazionale in campo e in panchina, come Zoff e Donadoni per citare i più famosi, punta sull’orgoglio patriottico per trovare una reazione.
Speriamo che basti.
Doriano Rabotti
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