Bologna-Juventus: la sfida decisiva per il quarto posto in Serie A
Bologna e Juventus si affrontano per il quarto posto. Tudor punta sulla spensieratezza del Bologna contro una Juve in difficoltà.

Igor Tudor, 47 anni, è subentrato a Thiago Motta sulla panchina bianconera
"Tanto, ma non tutto": questo, secondo Igor Tudor, è quanto Bologna e Juventus si giocheranno stasera nella lotta per il quarto posto. Quel tanto, però, sarà già sufficiente per instradare una delle due verso l’obiettivo, e se c’è una favorita, stavolta non è la squadra bianconera. Che è davanti in classifica, ma non sembra poi così vigorosa. In realtà non lo è per quanto concerne le assenze per problemi fisici – Vlahovic, Koopmeiners e Kelly non hanno recuperato – e squalifiche (Yildiz, che oggi compie 20 anni – "ma nessuno festeggia", dice il tecnico – e seguirà la squadra dalla tribuna; ballottaggio Conceição-McKennie per sostituirlo), ma la cura-Tudor, che pure ha funzionato sotto diversi aspetti, non ha guarito la Juventus dalle scorie accumulate in una gestione, quella di Motta, nella quale la squadra ha vissuto di confusione e assenza di personalità, prim’ancora che arrivassero i disastrosi risultati di febbraio e marzo.
Ecco: Motta rappresenta il passato di entrambe, a Torino non si è guadagnato il futuro e anche questo significa che, tra le due contendenti, se c’è una delusa, è proprio la parte bianconera. Che il Bologna lo teme, anche se non può dirlo. In una quarantina di giorni di Juventus, Tudor ha ottenuto una vittoria con il Genoa, un pari con un eccellente primo tempo in casa della Roma, il successo col Lecce, l’imprevista sconfitta a Parma dove ha capito di non aver eliminato i difetti in tema di passo e idee, infine tre punti con il Monza lasciando all’avversario, in superiorità numerica, l’intera ripresa: non un bel vedere, ma efficace considerando lo scarso peso offensivo dell’avversario. Ecco, nessuna delle avversarie sinora affrontate aveva le caratteristiche del Bologna: "Queste finali, come le chiamiamo, sono poche e sono tutte lì. Non è detto che ne fai una bene e poi quella dopo male. La classifica mette pressione? Direi che qualcosa lo dà, e qualcosa lo toglie, ma è meglio concentrarsi sui compiti, è più facile. Il Bologna può giocare con spensieratezza, poi ha corsa, grinta, voglia di andare al duello, tutto ciò che rappresenta il calcio moderno. Dico spesso che una squadra può avere stile e belle giocate, ma se trova una squadra che va più veloce, non esce niente di tutto questo. Il Bologna tutto ciò lo ha capito".
In filigrana si può leggere che chi non l’ha capito, a livello di preparazione sul ritmo, è stata la Juventus di questa stagione, ed è per questo che al Dall’Ara dovrà sudarsi l’obiettivo minimo, peraltro un obiettivo più economico che di gloria. E se si gioca "tanto, ma non tutto", l’arrotondamento per difetto si deve a un calendario che, anche in caso di successo in Emilia, non consentirebbe ai bianconeri di mettere la posizione al sicuro, perché dopo la trasferta di Bologna arriverà quella di Roma contro la Lazio: "Mi piace andare incontro alle incognite; io non vedo l’ora che inizi la partita, vorrei giocare tutti i giorni. Non si può giocare per il pareggio, non esiste. Mai nella vita. Poi vedremo. Si prepara la partita in settimana solo per vincere, questo è l’input ai giocatori".
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