Igor Tudor e la sfida decisiva della Juventus contro la Lazio per il quarto posto

Tudor guida la Juventus in una sfida cruciale contro la Lazio per assicurarsi il quarto posto e l'accesso all'Europa League.

di LORENZO LONGHI
10 maggio 2025
Dusan Vlahovic e Kolo Muani: il primo rientra, ma come titolare è favorito il francese

Dusan Vlahovic e Kolo Muani: il primo rientra, ma come titolare è favorito il francese

Se è stato scelto per risistemare la Juventus del dopo Motta, Igor Tudor lo deve non solo al suo passato bianconero da calciatore, ma anche e soprattutto a quello, più prossimo, da allenatore della Lazio: ingaggiato a nove giornate dal termine della scorsa stagione dopo le dimissioni di Sarri (e l’interim di Martusciello), portò a casa 18 punti, qualificando i biancocelesti all’Europa League.

Ora, in sei partite in bianconero, i punti sono 11, ma serve qualcosa in più perché l’obiettivo è il quarto posto e la partita di oggi pomeriggio, proprio contro i biancocelesti, è l’ultimo scontro diretto della Juventus per questa stagione: "Sì, è vero, ma se lo vinci e poi perdi le ultime due...", risponde Tudor alla classica domanda su quanto sia decisiva la partita odierna, lasciando la frase sospesa, ma il punto è chiaro.

"La partita è la più importante delle tre che restano perché è la prima, ma i punti che mancano sono nove": lapalissiano, e del resto solo vincendo tutte e tre le prossime gare la sua Juventus avrebbe la pressoché totale certezza del quarto posto. Se dovesse accadere, Tudor migliorerebbe anche la media punti ottenuta con la Lazio, e di cui va molto orgoglioso ("nella classifica delle ultime giornate fummo secondi dietro solo all’Atalanta", ricorda, e in effetti fu così: Atalanta 22, Lazio e Inter 18, poi le altre), ma per il presente non bastano i precedenti, le sensazioni e nemmeno le parole: "Se mi chiedete se sono convinto di arrivare quarto, vi dico di sì; ma lo sono tutti, ognuno può dire di essere forte ed essere convinto, ma sono solo parole, e tante volte le parole sono fumo. Bisogna dimostrare di esserlo in campo".

Lo è stata la sua Juventus? Lo è? Risposta non semplice: era probabilmente difficile chiedergli di più, e di certo la squadra con lui sembra più razionale, oltre a essere più verticale. Poi però i numeri raccontano di appena 7 reti segnate, e quasi nessuna nei secondi tempi: "Io a queste cose non penso, chiedo sempre di andare forte allo stesso modo, a prescindere dal risultato. Ci sono tanti argomenti di cui potrei parlare, ma non è il momento e non servirebbe a niente. Contento? Io non lo sono mai, nessuno allenatore deve mai esserlo".

Il tempo per analisi e processi verrà. Intanto, ancora privo dello squalificato Yildiz e di Cambiaso, Tudor recupera Vlahovic, ma favorito per il ruolo di titolare resta Kolo Muani, supportato a McKennie e Nico Gonzalez, in un 3-4-2-1 che sembrerà molto il 3-5-2 di Bologna. La sorpresa potrebbero essere Alberto Costa e Weah dall’inizio sulle corsie esterne.

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