Il ballo di Dusan e Signora. Vlahovic torna decisivo. La Juve in zona Champions
Il serbo sfrutta un regalo della difesa e recrimina per un rigore non concesso. Motta continua la striscia positiva in campionato, ora la vetta è a otto punti.

Il diagonale di Dusan Vlahovic che ha risolto la partita dopo pochi minuti. Il serbo tornava titolare e ha sfruttato l’occasione
La Juve c’è, nonostante tutti i problemi, nonostante un Var che la costringe a soffrire perché il rigore ai danni di Vlahovic che avrebbe chiuso il match sembrava netto in diretta e ancor di più in differita, il replay mostra una spinta a due mani di Luperto sulla schiena del serbo quando sta per tirare a colpo sicuro. Buon per Colombo che il risultato non sia influenzato da quell’errore, altrimenti sai che musica si sentirebbe oggi dagli altoparlanti della vox populi...
E invece la classifica dice che la Juve oggi è in Champions, i punti di scarto dall’Inter capolista sono 8, ma con Napoli-Inter alla prossima attenzione a dare Motta per spacciato. Di sicuro la Signora ha risposto all’eliminazione in Europa con una prova più di garra che di bel gioco, e forse è quasi meglio così, in questo momento, per i bianconeri.
Per carità, Cagliari è un’isola che non c’è soprattutto per il gruppo di Nicola, che in casa le ha prese spesso e volentieri in questo campionato, anche da squadre che non lottavano per la Champions.
L’altro bel segnale arriva da Vlahovic tornato titolare, che risponde con una prova volitiva baciata subito da un regalo di Mina, ma in passato spesso il centravanti non riusciva a scartare caramelle come quella che la difesa sarda offre. Stavolta, quando sono passati neanche dodici giri di lancette, Dusan si infila, salta Caprile e segna con un diagonale di giustezza il suo nono gol al Cagliari. Segue esultanza mimando un tiro a canestro, da tre punti ovviamente.
Il rischio di aver segnato troppo presto esiste, ma in realtà non è l’atteggiamento che fa difetto ai bianconeri, quanto piuttosto la mira. Perché sull’1-0 la chance per raddoppiare capita prima sui piedi di Yldiz e di Conceição, chiusi bene dal portiere avversario, poi ancora il turco non sfrutta un rigore in movimento. Si gioca sempre nella metà campo del Cagliari, il cui unico lampo è una rimbalzante di Zortea che a Di Gregorio richiede giusto un mezzo passetto di lato, diciamo un eufemismo di pericolo.
L’attesa dopo l’intervallo è quella di vedere se la Juve, come spesso è capitato, offre una faccia diversa. In realtà prova a darsela il Cagliari, che affianca Luvumbo a un Piccoli fino a quel momento naufrago isolato in attacco. E in effetti l’angolano semina scompiglio, il secondo tempo si gioca nella stessa metà del campo, ma a schieramenti invertiti, manco il terreno fosse in discesa.
Non lo è ovviamente, ma il pallino lo tiene sempre il Cagliari che pure si fa pericoloso solo dalla distanza. Al di là del rigore non visto, la Juve sfiora il raddoppio ancora con Vlahovic anticipato e con Yildiz parato. Poi può andare a letto col sorriso.
Doriano Rabotti
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