Juve all’inferno e ritorno. Motta trema con l’Empoli. La salvezza è Kolo Muani

I bianconeri dilagano dopo aver sofferto con il gol subito dall’ex De Sciglio. Terza rete in due gare per il francese, a segno anche Vlahovic e Conceição.

di LORENZO LONGHI
3 febbraio 2025
Kolo Muani festeggiato: tre gol in due partite da quando è arrivato alla Juve

Kolo Muani festeggiato: tre gol in due partite da quando è arrivato alla Juve

Una catarsi? "Una vittoria, tre punti e basta": questo è stato il 4-1 della Juventus contro l’Empoli, ieri all’ora di pranzo, secondo Thiago Motta. Una vittoria e basta, fondamentale per passare almeno una notte al quarto posto in attesa del risultato della Lazio, ed è già più di qualcosa, visti i recenti chiari di luna. Tra le parole e la realtà, però, c’è un abisso, ed è difficile non avere notato il senso di liberazione che, allo Stadium, ha pervaso i giocatori, le cui esultanze ai gol sono state ben più eloquenti di mille conferenze stampa.

Già, perché a leggere solo il risultato e i numeri – effettivamente sbilanciati a favore della Juventus – c’è molto di non detto e di equivocabile. Cosa? Un approccio tremendo, uno svantaggio durato quasi un’ora – e il gol iniziale dell’Empoli, segnato da Mattia De Sciglio, pareva una punizione del destino alla hybris, alla superbia del nuovo corso juventino – e un potenziale rigore letale a favore dei toscani, sullo 0-1, cancellato dal Var per un tocco di mani precedente a uno sciagurato fallo di Di Gregorio. Paura, impotenza, fischi, pessimismo cosmico. Poi, però, dopo venti minuti di niente, è entrata in campo la Juventus – schierata con diversi esperimenti che, al netto delle assenze, avrebbero senso nelle amichevole estive, non in un momento di crisi a febbraio – che Motta avrebbe voluto. Reazione veemente, occasioni su occasioni e, a forza di premere, dopo l’ora di gioco un Kolo Muani ’trezeguettesco’ ha ribaltato tutto con due reti in una manciata di minuti, bum-bum e un tremebondo 0-1 si è risolto in un 2-1 redentore. "Ho visto grande coraggio – ha detto alla fine Motta – e grande voglia di lottare insieme. C’era nervosismo, i primi 10-15 minuti non sono stati facili ma siamo stati bravi a reagire e a vincere giocando meglio dell’avversario. I ragazzi si sono presi grandi responsabilità e ci hanno messo il cuore. Continuiamo così, mi aspetto sempre di meglio".

Vero è, tuttavia, che una volta in vantaggio la Juventus ha dato l’impressione tanto di poter triplicare quanto, al solito, di poter subire il pareggio, perché la squadra di D’Aversa (a propria volta falcidiata dalle assenze) ha sempre giocato senza timore, e le bellissime reti di Vlahovic – in campo per mezz’ora assieme e Kolo Muani, ma non si trattava di un attacco a due punte – e Conceição sono giunte in effetti solo con i bianconeri in superiorità numerica, dopo l’espulsione di Maleh nel finale. Buone per la festa e il morale, più che per l’analisi, perché dietro il 4-1 c’è tutto quello che il risultato e Motta non hanno detto.

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