Juve a caccia della Champions, Tudor: “Serviranno testa e cuore. Futuro? Non ci penso”
La Juve a una vittoria di distanza dalla qualificazione in Champions League: serve passare al Penzo per evitare di guardare cosa succederà alla Roma. Poi il futuro, ma Tudor non vuole pensarci…

Igor Tudor
Torino, 24 maggio 2025 – Novanta minuti. Una vittoria per garantirsi la Champions League e con essa i ricavi sul prossimo bilancio, utilissimi per investire sul mercato e migliorare la rosa. La Juve cerca l’obiettivo minimo dopo una stagione difficile e per raggiungerlo basterà un successo al Penzo di Venezia. Con tre punti, Tudor non dovrà guardare a cosa accade a Torino dove giocherà la Roma di Ranieri. Il destino è nelle mani dei bianconeri, ma la partita non sarà facile perché il Venezia si gioca tutto in ottica salvezza con due punti di ritardo dall’Empoli terzultimo e dal Lecce quartultimo, con il Parma che è invece irraggiungibile per i lagunari a quota 33. Incrocio beffardo per Tudor e Di Francesco che si giocano tutto in novanta minuti.
Il tecnico chiede testa e cuore
Per la Juve e per il Venezia quella di domani è una sorta di finale. Dentro o fuori. Sono quelle partite in cui serve grande cuore ma pure grande lucidità, per mettere dentro energia e mentalità, ma senza perdersi in sciocchi errori. Tudor è stato chiaro alla vigilia del match: “Serviranno testa e cuore – le sue parole – Dovremo sudare fino alla fine. E’ una partita importante ma va preparata come le altre concentrandosi sulle cose da fare in campo per vincerla. I calcoli non fanno parte del mio modo di pensare. La nostra massima concentrazione è sul campo”. Tudor ha poi lodato la squadra per il lavoro svolto, perché anche nelle sconfitte i giocatori hanno dato tutto, mai sbagliando l’atteggiamento: “Il potenziale della squadra è più grande rispetto a ciò che vediamo ora – ancora Tudor – Da quando sono qui tutte le partite sono state da dentro o fuori e la squadra ha sbagliato pochissimo. Ho fiducia anche per Venezia perché vedo un gruppo che vuole prendersi ciò che gli spetta”. Situazione diversa tra Juve e Venezia. I lagunari devono vincere e sperare negli altri risultati, mentre i bianconeri vincendo non dovranno mettersi in contatto con l’Olimpico di Torino dove i granata di Vanoli ospitano la Roma di Ranieri. Tudor punta sul senso di responsabilità, fondamentale quando si veste la maglia della Juve: “Dal primo giorno sto cercando di trasmettere questo e mi sono trovato bene con un gruppo che lavora sempre sodo”. Poi, ci sarebbe il futuro. Antonio Conte ha vinto lo Scudetto a Napoli ma viene continuamente accostato alla Juventus, rendendo Igor Tudor una sorta di traghettatore a breve termine. Ma non è questo il momento di guardare troppo avanti: “Non guardo a nulla che non sia la partita di Venezia. Il primo scopo è parlare ai giocatori e fare una bella riunione pre match. Io sono contento del lavoro svolto e voglio l’ultimo step per raggiungere l’obiettivo”. La situazione contrattuale è chiara. Tudor ha un rinnovo automatico in caso di Champions League e guiderà la squadra al mondiale per club, ma la Juve ha una escape di uscita dal contratto a luglio e su quella si è innestata la pista Conte. Ieri tra il tecnico salentino e il patron De Laurentiis parole di circostanza ‘siamo due vincenti’, ha detto il mister, ‘c’è un contratto, ma non vogliamo obbligare nessuno’, quelle del patron. La Juve c’è, con un piano di rilancio a tutto campo con anche Chiellini e Bonucci in pista, uno dietro la scrivania e l’altro con un possibile ruolo nello staff di Conte. Situazione fluida. Per quanto riguarda la partita, invece, appuntamento alle 20.45 di domenica dallo stadio Penzo con doppia diretta Sky e Dazn.
Mercato: Tonali e Ndoye
Oltre a una partita a Venezia da vincere, per blindare la Champions League, c’è il mercato. La pista Victor Osimhen è già stata scandagliata, costa 100 milioni perché la clausola da 75 milioni non vale in Italia, ma la dirigenza cerca rinforzi di valore anche negli altri reparti. C’è la volontà di prelevare un mediano di tecnica e fisico e il nome corrisponde a Sandro Tonali. Ceduto dal Milan al Newcastle per quasi 80 milioni, il centrocampista della nazionale potrebbe aver voglia di tornare in Italia. La Juve c’è, ma dai bianconeri di Inghilterra difficilmente arriveranno sconti. La cifra oggi è più o meno quella di acquisto ed è una asticella alta perché al netto dei ricavi (Elkann spera sia mondiale per club che Champions), la Juve non può impegnarsi su due o tre operazioni così onerose. Già tra Osimhen e Tonali si arriverebbe a quasi 200 milioni di euro. Tantissimi. Così, l’area tecnica tiene monitorati altri profili e uno porta il nome di Florentino Luis, classe 1999 del Benfica. I costi sarebbero inferiori, circa la metà di Tonali, e in questa annata ha giocato 42 partite totali nelle quattro competizioni, comprese 9 di Champions, con due gol e un assist a referto. In attacco, invece, se la pista Osimhen diventerà non percorribile, il nuovo obiettivo diventerebbe Rasmus Hojlund, che potrebbe lasciare lo United se dovesse ritrovarsi un Victor Gyokeres in casa. I costi sono di circa 55 milioni di euro, tanti ma più fattibili rispetto ai 100 di Osimhen. Poi, ci sarebbe un’altra pedina succosa. Si tratta di Dan Ndoye, reduce da una grande stagione a Bologna con anche il gol decisivo in finale di Coppa Italia. A Giuntoli piace guardare in casa rossoblù, lo fece anche l’anno scorso per Calafiori, ma i costi sono elevati. L’ala elvetica oggi ha una valutazione non inferiore a 45 milioni di euro, a maggior ragione dopo essere migliorato tanto in zona gol rispetto alla stagione scorsa con Thiago Motta.
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