Juve e Dea, l’inversione di cattedra. Motta all’esame dal maestro Gasp
Stasera a Torino (20.45), il mister bianconero: "Gian Piero mi fece tornare la voglia di giocare. È bravissimo"

Randal Kolo Muani, l’attaccante francese oggi sarà la punta centrale della Juve
L’Allianz Stadium stasera (ore 20.45) è il crocevia, forse decisivo, per il terzo posto in campionato e nella rincorsa scudetto, per la Juventus quarta a 52 punti e l’Atalanta terza a 55. Signora lanciata da una striscia positiva di cinque successi consecutivi, ma costretta a vincere per provare a rientrare nella lotta per il titolo, Dea che deve almeno pareggiare per restare in corsa e prepararsi poi la settimana prossima al successivo scontro diretto contro l’Inter.
Sfida tra deluse a febbraio nel doppio fronte Champions e Coppa Italia, bianconeri eliminati dal Psv Eindhoven e dall’Empoli, bergamaschi eliminati dal Bruges e dal Bologna. Due mesi fa l’1-1 al Gewiss con il vantaggio bianconero di Kalulu e il pareggio di Retegui, da allora in campionato meglio la Signora, rispetto ad una Dea che ha balbettato in casa con una sconfitta con il Napoli e tre pareggi con Torino, Cagliari e Venezia, perdendo punti sanguinosi nella rincorsa a Inter e Napoli.
In trasferta però l’Atalanta è un rullo compressore: da fine settembre otto vittorie e tre pareggi, nel 2025 un pareggio a Udine e tre vittorie a Como, Verona e Empoli, le ultime due con un doppio 5-0. Serata di incroci tra passato, presente e futuro, con intrecci di mercato: la Juventus tiene sotto osservazione Gasperini come alternativa a Motta, nel caso di mancata qualificazione alla Champions, e sogna per l’estate i gioielli atalantini, da Ederson a Lookman fino a Retegui.
Uno di loro in estate potrebbe essere l’oggetto dei desideri bianconero, nonostante il flop di Koopmeiners (appena 2 gol in campionato finora), che nel tragitto estivo in A4 da Bergamo a Torino ha smarrito atletismo, verticalità, istinto cannibale del gol, certificando che molti giocatori si perdono una volta sottratti alle cure quotidiane di Gasperini. Che stasera a Torino affronta il suo passato - 19 anni nelle giovanili bianconere, dieci da calciatore, con nove presenze in prima squadra con Trapattoni nel 1977, e nove da allenatore - e forse si gioca anche un possibile futuro per un’eventuale dopo Motta.
Gasp che non ha ancora sciolto le riserve sul prossimo anno (ma crescono le possibilità che resti in nerazzurro, per la decima stagione consecutiva) e pensa solo a inseguire l’impossibile, lo scudetto, parola che nessuno pronuncia a Bergamo. Stasera la Juve, domenica l’Inter: in otto giorni la Dea si gioca tutto. Come la Juventus, tornata a respirare l’aria dell’alta classifica solo a marzo. "E’ una partita decisiva? Sappiamo il livello del nostro avversario. Dovremo essere al nostro massimo per competere con loro. Non pensiamo ad altro se non all’Atalanta, non dobbiamo perdere energie su altre cose", ha spiegato alla vigilia Thiago Motta. Elogiando Gasp, suo ex tecnico ai tempi del Genoa nel 2008: "Con l’Atalanta sta facendo qualcosa di speciale. E’ un grande allenatore a livello internazionale. Lo ringrazio perché in un momento difficile della mia carriera, con lui ho ritrovato la voglia di giocare".
Juve stasera senza Conceiçao, con Kolo Muani punta centrale, con Vlahovic ancora in panchina. Atalanta che ha recuperato Hien e avrà il modulo con Pasalic da trequartista, per pressare alto il portare di palla, e davanti la coppia formidabile Retegui-Lookman, 33 gol in campionato, con De Ketelaere alternativa per la ripresa.
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