Juve, la vergogna dell’ennesima eliminazione. Ora Motta è sotto esame
Bianconeri fuori anche dalla Coppa Italia. Motta parla di vergogna ma ora rischia pure lui. Il progetto non decolla: la qualificazione Champions basterà?

Thiago Motta
Bologna, 27 febbraio 2025 – Tre eliminazioni su tre nelle coppe che ha disputato la Juve in stagione. Thiago Motta si conferma in difficoltà in gara secca e la sconfitta contro l’Empoli rappresenta forse il punto più basso. Fuori in semifinale di Supercoppa, fuori negli spareggi Champions e fuori pure ai quarti di Coppa Italia, seppur di fronte ci fosse un avversario terzultimo in campionato e con ben altri pensieri. Niente, la Juve non sembra proprio in grado di trovare il bandolo della matassa e i recenti sprazzi sono già stati cancellati da una brutta e incredibile serata allo Stadium, culminata tra i fischi e le contestazioni di un tifo che evidentemente non ha più pazienza nei confronti di un ciclo tecnico mai sbocciato. E se pure Thiago Motta ha parlato di vergogna significa che davvero più in basso di così c’è solo da scavare. Ma anche il tecnico rischia e stavolta le riflessioni inizieranno a palesarsi: il finale di stagione potrebbe non bastare.
No esonero ora, ma a fine stagione che succederà?
Ancora una volta va chiarito un concetto: Thiago Motta non rischia l’esonero immediato. La Juve difficilmente prende decisioni simili a stagione in corso, ma da qui in avanti ogni riflessione su tutte le direzioni possibili saranno all’ordine del giorno. Il progetto, di fatto, non è partito. Fuori dalle tre coppe in maniera anticipata, soprattutto Champions e Coppa Italia, per la Juve ora resta il solo obiettivo di tornare tra le prime quattro e guadagnarsi i futuri ricavi Champions (peraltro con l’eliminazione agli spareggi se non sono andati altri 11 milioni di euro). Basterà a salvare la stagione di Thiago, che era stato chiamato per dare alla Juve un calcio più europeo, moderno e diametralmente opposto a quello di Allegri? Va ricordato che per far posto all'attuale allenatore, Max venne di fatto silurato in inverno e in piena lotta scudetto con l’Inter: Giuntoli lavorava già sotto traccia su Motta anche se pubblicamente predicava massima fiducia in Max, che poi è sbottato dopo aver vinto la Coppa Italia a Roma, lasciando la Juve con un trofeo in bacheca. Cosa che, se non avverrà una rimonta Scudetto, non succederà quest’anno. Motta rischia dunque di inserirsi nella poco edificante lista di allenatori che hanno chiuso una stagione in bianconero senza aver sollevato un trofeo. Già di per sé, questo, ne incrina lo status e a oggi non ci sono certezze su quanto potrà succedere a giugno. Il futuro di Motta alla Juve è in bilico.
Vergogna, anche Motta non può difendersi
Per prima cosa Thiago Motta si è preso la responsabilità della brutta partita, ma un messaggio alla squadra ha voluto mandarlo. Inaccettabile l’approccio molle, la brutta partita, la mancanza di mentalità. Tutto riassumibile in una sola parola: vergogna. Motta non si è nascosto: “Di sicuro la responsabilità è mia, chiedo scusa ai tifosi – le parole di Thiago – Non esiste una spiegazione, ma mi vergogno a vedere la mia squadra giocare così. E’ mancata la base, cioè l’atteggiamento. Quando abbiamo perso palla ci siamo fermati. Io mi vergogno e spero che anche i giocatori provino la stessa cosa”.
All’allenatore, in ogni caso, non è andato giù l’approccio e qualche stilettata in più l’ha lanciata, con una eloquente frase ‘non si può pretendere senza dare’. Pubblicamente non sono stati fatti riferimenti specifici ma di sicuro oggi Motta non sarà morbido con la squadra. Thiago aveva caricato di importanza la partita, proprio per evitare rilassamenti, ma evidentemente i giocatori non lo hanno seguito: “Era una partita molto importante, ma oggi è mancato l’atteggiamento. Non ho mai fatto una critica del genere in passato, ma l’approccio è la base di ogni partita. Mi assumo la responsabilità, evidentemente non sono riuscito a trasmettere l’importanza del match alla squadra”. Insomma, è il primo vero affondo dell’allenatore nei confronti dei giocatori, che fino a qui erano sempre stati difesi, soprattutto nelle sconfitte. La situazione la dovrà analizzare la società, che ha necessità di capire se Motta può essere l’uomo giusto e se i mercati fatti nelle ultime due sessioni siano stati corretti. Nel mirino della critica non solo l’allenatore, ma anche molti calciatori, soprattutto alcuni nuovi arrivati, partendo dalla madre di tutti gli investimenti: Teun Koopmeiners. L’olandese, anche ieri sera, ha deluso e i social hanno preso di mira il suo operato con l’auto calcio sulla trequarti quando, nel tentativo di giocare palla in avanti, si è colpito da solo su una spalla.
A Motta può bastare il quarto posto?
Ora la domanda è: quanto rischia Thiago Motta? Allo stato attuale praticamente nulla, l’esonero immediato non è in considerazione, ma per tenersi la panchina anche per la prossima stagione dovrà davvero risultare convincente in questi ultimi tre mesi. Serve una scintilla a questo progetto e ora resta un solo obiettivo: entrare nelle prime quattro. A meno di clamorose rimonte Scudetto, oggi a meno otto dalla vetta, Motta dovrà dare alla sua Juve una identità chiara, dimostrare che è davvero in corso qualcosa di nuovo e convincente, con prestazioni ma soprattutto identità e mentalità, ridando al club gli introiti Champions del prossimo anno. Potrebbe non bastare, perché la sua posizione è compromessa sia nell’ambiente ma anche nella società, che è in fase di valutazione dato che nessuno si aspettava una stagione così difficile e ogni scenario, oggi, va preso in considerazione. Tocca a Motta dimostrarsi in grado di meritare la Juve del futuro e nessuno, da questo punto di vista, avrebbe potuto obiettare un anno fa visto il miracolo di Bologna. A distanza di dodici mesi è tutto diverso e Thiago si è scontrato con le aspettative di un top club, le sue pressioni, l’esigenza di vincere prima ancora di giocare bene. E per ora sono state più le delusioni che le gioie. Chi l’avrebbe mai detto?
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