Juve, sogno scudetto. La Signora rivede la luce
Alla nuova Juve di Motta va riconosciuta almeno una reattività di spirito apprezzabile. Ha potuto farne sfoggio sia nella singola...

L'ingresso esterno dell'Allianz Stadium (o Juventus Stadium)
Alla nuova Juve di Motta va riconosciuta almeno una reattività di spirito apprezzabile. Ha potuto farne sfoggio sia nella singola gara – la rimonta con vittoria in dieci a Lipsia, il pari-show riagguantando l’Inter – sia dopo la settimana dei disastri: non era scontato battere un Verona affamato dopo la doppia débacle di Coppa.
Il -6 dalla vetta, come un improvviso raggio di sole nel grigiore invernale, risveglia desideri sopiti nel popolo bianconero. Se è doveroso reinserire la Signora nella corsa scudetto, occorre anche mettere in guardia da facili entusiasmi. Nello specifico, ci sono voci che statisticamente allontanano la Juventus da un titolo che ha smesso comuque di rappresentare un miraggio. Le tredici gare vinte in ventisette turni, meno della metà, sono un macigno. Nell’epoca dei tre punti a successo e della A a venti squadre, chi vinse meno arrivando però al trionfo fu proprio la Juve, quella di Conte del 2011-2012. Ma prevalse in ventitre gare, senza perderne nessuna e segnando un numero di gol 2,95 volte superiore a quelli subiti: oggi quel rapporto è invece di 2,14.
Come dire che Motta deve vincerle tutte, di qui alla fine, e sperare di scardinare un destino che sembra fissato dai numeri. Ma quelle davanti frenano ancora: se domenica Thiago dovesse battere anche l’Atalanta, vacillerebbero altre certezze in questo pazzo campionato. La fiducia è però tornata, così come l’idea di futuro. La Signora si farà, anche se ha le spalle strette.
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