Juventus, l’addio alla SuperLega è il colpo d’ascia definitivo al legame con la gestione Agnelli

Il passo indietro fa arrabbiare i tifosi più barricaderi mentre l'ala moderata tira un sospiro di sollievo

di PAOLO FRANCI -
7 giugno 2023
Andrea Agnelli

Andrea Agnelli

Torino, 7 giugno 2023 – La 'redenzione' della Juventus, culminata con l'addio al progetto SuperLega conclamato con una lettera ai due grandi superstiti – Real e Barcellona - di un'operazione tanto ambiziosa quanto tragicamente sbagliata, è il colpo d'ascia definitivo al legame con la gestione Andrea Agnelli.

E così, i nemici acerrimi di ieri sono diventati – se non gli alleati – i 'registi' di un passo indietro che fa rumore e fa arrabbiare i tifosi più barricaderi nello stesso istante in cui l'ala moderata della tifoseria tira un enorme sospiro di sollievo. Sì, la Juve ha patteggiato sulla vicenda stipendi, scendendo dunque a patti con il 'nemico' Figc. Sì, la Juve ha rinunciato alla SuperLega, alabarda spaziale di un progetto che voleva essere stellare nella sua stessa essenza: facciamoci un torneo tutto nostro, tra ricchi e invitiamo chi diciamo noi.

E chi se ne frega di risultati, piazzamenti in classifica o grandi avventure europee. Un'assurdità che il mondo del pallone ha rigettato con veemenza. Dietro agli ultimi passi indietro juventini c'è (anche) la Figc che, dopo anni di rapporti a dir poco gelidi con il club, lo ha 'accompagnato' a scelte non semplici e molto dolorose. Chi dice che la Juventus l'abbia scampata e di gran lusso, non dice il vero. Signori, la Juve ha incassato 10 punti di penalizzazione e quasi 800mila di multa, con un Cda spazzato via e l'addio alla piazza Champions League conquistata sul campo che vale circa 80 milioni.

Dall'altra parte, la Figc ha portato a casa un risultato necessario per la stabilità dei campionati grazie al patteggiamento della Juventus, mossa che ha evitato strascichi sia in questo finale di stagione che nel prossimo, con tutte le incertezze del caso nella determinazione della classifica, attuale e futura. Il vice presidente Uefa e numero uno della Figc Gabriele Gravina ha poi contribuito ad una concreta distensione nei rapporti con la Confederazione continentale – l'Uefa - e con il suo numero uno Ceferin. Il che ha il suo concreto e importante riflesso politico: la Juve ha due procedimenti aperti (plusvalenze e stipendi) in Europa che potrebbero trasformarsi nel baratro dell'esclusione dalle coppe per una o più stagioni, un fronte che dovrebbe concludersi entro poco tempo. Il fatto che la Juve abbia rinunciato alla SuperLega, di fatto sa di 'redenzione' appunto, pubblica e clamorosa.

Una mossa che non potrà non influire positivamente sul clima che c'è attorno ai procedimenti disciplinari aperti. Chiariamo: il che non vuol dire che questo influirà sulle eventuali sentenze, ma l'atmosfera è certamente più distesa. D'altra parte, l'Uefa voleva un segno tangibile ed evidente di distacco dal passato e cioè da Andrea Agnelli che alla fine è arrivato. Il club, in una nota diffusa martedì scorso, ha sottolineato come non ci siano state 'presunte minacce' di chissà quali sanzioni dall'Uefa, mentre A22 Sports (furente per il passo indietro della Juventus, logico), la realtà cui fa capo il progetto SuperLega, dice che le cose non starebbero proprio così, almeno secondo il quotidiano spagnolo As che sostiene come la stessa A22 Sports abbia prova delle minacce Uefa alla Juve che saranno presentate al Tribunale di Madrid e alla Corte di Giustizia. Una storia molto delicata. Una storia che in ogni caso scrive l'ultimo, clamoroso capitolo dell'era Andrea Agnelli, un'era vissuta tra scudetti a raffica, il sogno mai raggiunto in Champions con l'illusione Ronaldo e i tanti scivoloni: dal caso Suarez, alle plusvalenze, alle manovre stipendi.

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