Juventus vince 3-2 a Venezia e si qualifica per la Champions League
La Juventus supera il Venezia 3-2 e conquista l'accesso alla Champions League, decisiva la vittoria esterna di Tudor.

La gioia del leader della Juventus Locatelli dopo il rigore che vale la Champions
VENEZIA
2
JUVENTUS
3
VENEZIA (3-5-2): Radu 6, Schingtienne 6, Sverko 6 (32’ st Marcandalli sv), Candè 6; Zerbin 6, Doumbia 6,5 (32’ st Oristanio sv), Nicolussi Caviglia 6, Ellertson 6 (41’ st Maric), Haps 7 (24’ st Perez 5,5); Yeboah 6, Fila 6,5 (24’ st Gytkjaer 6). All.: Di Francesco 6.
JUVENTUS (3-4-2-1): Di Gregorio 7, Costa 6 (1’ st Veiga 5,5), Savona 5, Kelly 5; Gonzalez 5,5 (35’ st Weah sv), Locatelli 6, Thuram 6,5, Cambiaso 5,5 (32’ st McKennie sv); Conceição 6,5 (41’ st Gatti sv), Yildiz 6,5; Kolo Muani 6,5 (32’ st Vlahovic sv). All.: Tudor 6.
Arbitro: Colombo di Como 6,5
Reti: 2’ pt Fila, 25’ pt Yildiz, 30’ pt Kolo Muani, 10’ st Haps, 28’ st rig. Locatelli
Note: Ammoniti Costa, Zerbin, Gonzalez, Tudor (all.) Recupero: 3’ nel pt, 5’ nel st. Angoli 6-6.
Giocherà in Champions League anche nella prossima stagione la Juventus, ma per fare una figura almeno dignitosa dovrà essere qualcosa di molto diverso da quella che, solo vincendo ieri a Venezia 2-3 su rigore, ha festeggiato come una catarsi il raggiungimento di un obiettivo per il quale, lo scorso agosto, nessuno a Torino avrebbe firmato. Invece era l’unico rimasto, un traguardo più economico che sportivo, il minimo, la base per ripartire: i bianconeri lo hanno agguantato al Penzo in una partita che il Venezia ha provato a vincere con tutte le sue forze – ma è tornato in B: per Di Francesco, seconda retrocessione di fila all’ultima giornata dopo quella di Frosinone – ma che ha consentito a Igor Tudor di poter mettere nel curriculum l’ottenimento di un risultato non esattamente scontato. Aveva preso in mani le sorti della squadra a fine marzo, il croato, con la Juventus al quinto posto e caduta "in un buco profondo" (parole sue) dopo la gestione di Thiago Motta, e ha fatto esattamente ciò che gli era stato chiesto. Ieri sera la sua prima vittoria esterna è stata quella decisiva.
Sì, ma quanta fatica, e del resto anche ieri si sono viste tutte le difficoltà di una squadra che non vale più del posto ottenuto. La Juventus il gol l’ha preso a freddo: un’azione geometrica e rapida partita da centrocampo ha portato Haps, sulla sinistra, a centrare forte in area dove Fila, marcato da nessuno, ha toccato con la coscia, in coordinazione precaria ma efficace.
Centrali bianconeri non pervenuti: d’accordo l’emergenza e una linea adattata e di bassa caratura (Costa, Savona e Kelly), ma a tentare di recuperare vanamente su Fila è stato Cambiaso, non uno dei tre deputati a farlo. Colpita da una squadra che non ha affatto rinunciato a giocare, ma è quella che è a livello di qualità, la squadra bianconera si è trovata fuori dalla zona Champions dopo il vantaggio della Roma a Torino, l’ha ripresa segnando due reti nell’arco di una manciata di minuti superata la metà del primo tempo, di Yildiz e Kolo Muani, reti anche di pregevole fattura, quando la Juventus sembrava avere in mano la partita.
Sembrava, e ce l’aveva anche, quando invece il Venezia ha pareggiato – contropiede, assist di Doumbia, rete di Haps, difesa bianconera presa in controtempo su tutto – rispedendo i bianconeri (con Di Gregorio protagonista di un paio di interventi decisivi) in Europa League, ma una folata di Conceição, un fallo in area dell’ex Nicolussi Caviglia e il rigore segnato da Locatelli, hanno spinto definitivamente sull’ascensore il tasto Champions.
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