Motta fa catenaccio: "Non torno indietro"

La Juventus a Cagliari (20,45), il tecnico ostenta sicurezza: "Faccio sempre autocritica, siamo arrabbiati. Ma si va avanti"

di LORENZO LONGHI
23 febbraio 2025
Thiago Motta, 42 anni, nella prima stagione alla Juventus non ha ottenuto finora i risultati sperati: fuori in Champions, in campionato lotta solo per l’Europa

Thiago Motta, 42 anni, nella prima stagione alla Juventus non ha ottenuto finora i risultati sperati: fuori in Champions, in campionato lotta solo per l’Europa

Sarà anche vero che quando si cade da cavallo, per non farsi sopraffare dalla paura serve tornare subito in sella, ma Cagliari-Juventus di questa sera, per i bianconeri, comunque vada non lenirà le ferite e i lividi della caduta in Champions League, un trauma difficile da smaltire. Il concetto, tuttavia, per Thiago Motta resta quello, anche se non basta sostenere che "dopo una delusione così, la cosa migliore è tornare in campo" per non provare a ripercorrere ciò che è accaduto nella notte di Eindhoven, quella che ha visto svanire il primo vero obiettivo stagionale, e parlare solo del Cagliari.

Non basta, e il tecnico bianconero, del resto, non ne ha nemmeno voglia. Ieri in conferenza stampa ha mischiato una punta di orgoglio con una certa insofferenza: "Io faccio autocritica sempre. Non torno indietro: se torni indietro, torni fino al ritiro, e magari si può dire che non andava bene farlo in Germania perché avevamo il centro sportivo qua. Andiamo avanti, si ricomincia: siamo delusi, siamo tristi, arrabbiati. Vedi la mia faccia? Non sono contento, così come i ragazzi e la società, perché volevamo essere agli ottavi. Ogni partita offre spunti per migliorare, andiamo avanti". Autocritica sì, ma voglia di farla davanti ai giornalisti e, anche se magari quella notte la rivivrà tra sé e sé diverse volte, alla fine quel "pensiamo alla prossima", ripetuto e ribadito, è un mantra che lo aiuta se non altro ad affrontare un appuntamento, quello con la stampa, stavolta più difficile che in altre circostanze. La Juventus oggi sa che, ben che vada, potrà al massimo ottenere ciò che ha ottenuto la scorsa stagione, perché restano gli obiettivi della Coppa Italia e del quarto posto in campionato. Quest’ultimo soprattutto, perché dopo la debacle tricolore in Europa della settimana appena terminata, non ci sarà nemmeno più il bonus del quinto posto, quello che la scorsa stagione ha fatto la fortuna del Bologna.

Quarto posto o fallimento del primo anno di progetto e, se dovesse davvero andare così, chissà se ci sarà un secondo. Intanto, però, il processo è alle sue scelte, spesso discutibili, e qualche risposta alle critiche, seppur laconica e fumosa, Motta l’ha data. Perché Yildiz ultimamente lo si vede solo in alcuni spezzoni? "Quando non ha giocato, è perché qualcuno ha meritato più di lui". Vlahovic mai più titolare dopo l’arrivo di Kolo Muani? "Ha la possibilità di giocare come tutti, lo avete visto anche con Kolo – in realtà appena in uno spezzone, ndr – ma magari ci sarà un’altra possibilità"; Weah terzino destro? "Lo vedo bene in quel ruolo". Difesa d’ufficio, insomma, per un tecnico il cui unico vero alibi è la decimazione dei centrali di difesa, quasi un’epidemia: Bremer, Cabal, Kalulu, buon ultimo Veiga. Così anche il Cagliari deve far paura, e dopo tutto all’andata, a Torino, fu proprio quella la partita che fece scattare il primo allarme, colto forse con leggerezza, e oggi nemmeno la consapevolezza delle tre vittorie consecutive in campionato aiuta a vedere le cose sotto una luce positiva. Perché le scorie di Eindhoven sono ancora tutte lì.

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