Juve, tutti in discussione dopo Parma. E Tether sale al 10%

A Tudor l’etichetta del traghettatore non piace, ma per poter restare in panchina serve conquistare il pass per la Champions League. Cobolli Gigli: "Inspiegabile la mancanza di grinta al Tardini"

di MANUEL MINGUZZI
25 aprile 2025
Igor Tudor

Igor Tudor

Torino, 25 aprile 2025 – È bastata una partita, per rimettere tutti in discussione. La sconfitta di Parma ricaccia indietro la Juve, con annesso sorpasso del Bologna, e in vista di giugno certezze non ce ne sono. Certo, novanta minuti non possono servire per una valutazione complessiva e una società deve essere più equilibrata e meno istintiva, ma la retromarcia bianconera al Tardini ha rispolverato vecchi fantasmi. Igor Tudor sembrava averli scacciati definitivamente, invece no, perché è bastata una minima difficoltà per riscoprire una Juve più fragile e con meno personalità di quanto si pensasse. C’è ancora tempo per riprendersi, ora il Monza poi doppio scontro diretto con Bologna e Lazio, ma la dirigenza deve anche valutare il futuro, capire se andare avanti con Tudor o aprirsi a nuove soluzioni (Conte resta nei pensieri).

Tudor e il contratto. Poi le cessioni

Prima missione per Igor Tudor: rientrare nelle prime quattro. Significherebbe Champions League, e prendere parte alla miglior competizione europea garantisce anche appetibilità sul mercato, ma pure 60-70 milioni di euro in più di ricavi, utili a risanare il bilancio e a fornire margine di manovra per la campagna acquisti. Per l’allenatore c’è un contratto a tempo, ma con un rinnovo automatico in caso di Champions. Non è blindato, perché il club si è riservato la possibilità di uscire dal contratto dopo il Mondiale per Club nel caso in cui decidesse di scegliere un altro allenatore per la prossima stagione. Insomma, il concetto di traghettatore a Tudor non piace, ma il rischio che possa davvero esserlo esiste. Di sicuro, dopo le prime partite, c’era estrema convinzione verso il suo lavoro e anche prima di Parma Giuntoli era stato chiaro ‘saremmo ben felici di continuare assieme’, ma quando balla il nome di Antonio Conte una porticina aperta è sempre bene tenerla. Sia per il dna Juve di Antonio, sia per l’apprezzamento di una parte del Cda verso l’attuale tecnico del Napoli: tutto ancora in gioco. Contano anche gli aspetti economici, date le richieste di ingaggio di Conte e quelle che potrebbero essere gli investimenti sul mercato per migliorare la rosa. Da questo punto di vista, conteranno anche le plusvalenze. Dusan Vlahovic è più in discussione che mai, non solo a livello contrattuale, scadenza nel 2026, ma anche per le prestazioni, che non sono decollate con Tudor. In più, anche un infortunio muscolare da circa 7-10 giorni di stop, con la speranza dello staff di recuperarlo per Bologna. Giuntoli chiede 40 milioni di euro. Pure Andrea Cambiaso ha vissuto una visibile involuzione, tale da far raffreddare anche l’interessamento del Manchester City. In ogni caso, se dovessero arrivare offerte importanti la Juve ci penserebbe. In uscita c’è anche Douglas Luiz, praticamente mai visto in questa stagione, e a rischio pure i riscatti di Francisco Conceicao e Randal Kolo Muani.

Tether sale al 10%

Movimenti anche in ambito societario. Tether, società che opera nel mondo delle stable coin, è salita fino al 10% del capitale del club. L’azienda guidata da Paolo Ardoino, che più volte si è detto disponibile a dare una mano in questa difficile risalita juventina, ha acquistato nei giorni scorsi una ulteriore quota societaria in Borsa, provocando, al momento dell’annuncio, un nuovo balzo delle azioni con una crescita del 2.19% a Piazza Affari. Tether, di fatto, è il secondo azionista dietro Exor e chissà che tra Elkann e Ardoino la sinergia non possa diventare più stretta e importante nei prossimi mesi. Ardoino freme dalla voglia di poter dare una mano sotto tutti i punti di vista.

Cobolli Gigli: “Lotta Champions agguerrita. Conte? Dipende…”

È una Juve che stenta a decollare. La lotta per lo Scudetto non le appartiene da diverso tempo e in questa stagione nessun trofeo verrà messo in bacheca. Premature le uscite dalle coppe, quasi subito abdicata la lotta tricolore, la Juve è oggi a metà del guado e senza certezza di partecipare alla futura Champions League. Della situazione ha parlato l’ex presidente Giovanni Cobolli Gigli a 1 Station Radio: “La sconfitta di Parma fa diminuire le chance Champions e le avversarie sono agguerrite – le sue parole – Ci sono tre o quattro squadre in lotta e a Parma sarebbe servita una vittoria per star più tranquilli. Bisogna guardare avanti, ma non è facile spiegare la mancanza di grinta al Tardini”. Tutti si chiedono se Tudor rimarrà oppure se ci sarà un Conte bis. Questo il pensiero di Cobolli Gigli sull’attuale tecnico: “Mi piace anche come modo di fare e ha passato juventino, ma se la Juve non dovesse arrivare quarta è probabile che la società pensi di affidarsi a un altro allenatore. Scatterebbe forse una rivoluzione interna e un ridimensionamento generale”. E su Antonio Conte? Uno Scudetto lo farebbe restare al Napoli, ma…”Penso possa restare se vince lo Scudetto, ma dipende anche dai contratti. Lui ne ha uno di tre anni e restando chiederebbe alla società di investire per fare una buona Champions. E’ il club a doverlo convincere a restare”. Insomma, è tutto in discussione. Sia a Napoli, dove Conte continua a rilasciare dichiarazioni sibilline, sia a Torino, dove Tudor prova a togliersi di dosso la nomea di traghettatore. Per farlo, ha bisogno della Champions League e non è detto basti. Intanto, per il Monza non ci sarà Vlahovic, e anche Koopmeiners resta in dubbio, ma rimane una partita sulla carta facile e assolutamente da vincere per evitare che qualcuna delle avversarie scappi. Poi, gli incroci decisivi di calendario con Bologna e Lazio, tutte e due in trasferta. A inizio maggio si decide la Champions.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su