Sorriso Juve, ma ora manca il gol. Da Berardi a Hojbjerg: colpi al Max
La diga bianconera ha garantito la rimonta fino al secondo posto, per il titolo serve di più: già da gennaio

Sorriso Juve, ma ora manca il gol. Da Berardi a Hojbjerg: colpi al Max
L’essenziale è invisibile agli occhi. Lo sa bene Massimiliano Alllegri, che proprio su quello che non appare perché semplicemente quasi non avviene, il gol subito, sta costruendo alla Juve una stagione coi fiocchi.
Sei reti al passivo in undici partite, otto clean sheet – con la striscia ancora aperta di sei consecutivi –, due gol presi in dieci gare escludendo il black out col Sassuolo: cifre che descrivono una corazzata bianconera al limite dell’imperforabile. E che pongono difensivamente la Signora sullo stesso, incredibile piano dell’Inter capolista. Con quest’ultima, però, che segna molto di più – ventisette gol contro ’soli’ diciassette’ – e che proprio per questo rimane la principale candidata per lo scudetto.
Il tecnico della Juve, quando ha avuto la migliore difesa del campionato, ha sempre vinto il titolo. Era successo già al Milan, poi per cinque volte alla Juve. Ma sa bene, avandolo ricordato più volte, che la maggiore garanzia statistica per trionfare non è tanto il rendimento della retroguardia, quanto il fattore differenza reti. Sotto questo profilo, la Signora è dietro pure al Napoli, e il dato dei nerazzurri (+21) è quasi doppio rispetto a quello di Vlahovic e compagni (+11).
Per quanto l’attacco di Max stia brillando per duttilità e intercambiabilità degli intepreti, non ha mostrato per ora una resa numericamente da scudetto (1,54 gol a gara, contro gli almeno due statisticamente necessari). Ecco perché un giocatore come Berardi diventa quasi necessario a gennaio.
Ma lo sono anche centrocampisti che vedano maggiormente la porta. La rete di Miretti a Firenze ha fatto notizia perché arrivata alla 57esima partita in prima squadra (la 43esima in A) del talento 20enne. Anche Locatelli ha segnato al Milan per una vittoria importantissima, ma il conto dei suoi gol in bianconero arriva solo a quattro in 103 partite. Fa un po’ eccezione Rabiot, con le: 18 gol in 188 partite complessive con la Juve.
Serve una mediana più spietata in area. Hojbjerg, De Paul e Samardzic, i nomi più caldi sul taccuino di Cristiano Giuntoli, sono quelli che più garantiscono efficacia anche in zona gol.
Pogba e Fagioli, in questo senso, non avrebbero probabilmente deluso le attese. Ma Allegri ora è costretto a reinventare. Sempre con la costruzione dal basso: intesa non come possesso palla – a Firenze è stato appena del 28 per cento – ma come la granitica certezza che se non raccogli quasi mai la palla nella tua porta, puoi sognare quasi tuto.
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