Juve, Motta e i giocatori si confrontano davanti a Giuntoli. A Firenze Thiago si gioca tutto

Al Franchi sfida fondamentale per Motta dopo la scoppola con l’Atalanta: rischia la panchina. Alla ripresa confronto con squadra e società. Intanto Giuntoli punta Osimhen

di MANUEL MINGUZZI
12 marzo 2025
Thiago Motta

Thiago Motta

Bologna, 12 marzo 2025 – Giornate di confronti alla Continassa con un solo scopo: tenere la barra dritta. La debacle interna contro l’Atalanta ha aperto definitivamente il fronte della crisi in casa Juventus e lo stesso Thiago Motta rischia la panchina in caso di brutto risultato a Firenze contro la Fiorentina. Alla ripresa degli allenamenti è arrivato il momento del dialogo interno tra allenatore, squadra e dirigenza. Il crollo contro la Dea ha mostrato anche una certa fragilità mentale e senza un ritorno prepotente del dna Juve c’è il rischio di restare fuori dai primi quattro posti, con evidenti impatti a bilancio senza gli incassi Champions League. Motta ha dunque parlato alla squadra alla presenza di Cristiano Giuntoli e Maurizio Scanavino allo scopo di risvegliare le coscienza di una squadra parsa molle e scarica, senza l’atteggiamento necessario a reggere i ritmi di una Dea scatenata. I fischi dello Stadium, svuotato per l’ultimo quarto di gara, hanno fatto il resto e posto Motta nella scomoda situazione di primo bersaglio della critica.  

Traghettatori o nuovo ciclo: Motta in bilico

La Juve, si sa, non vuole esonerare a stagione in corso, ma il malumore alla Continassa è evidente, coinvolge parte della dirigenza ma anche la proprietà. Non sono più da escludere decisioni drastiche. E così, Motta rischia di giocarsi la panchina a Firenze, in novanta minuti da dentro o fuori. Una sorta di scontro diretto che vale la salvezza della panchina e un pezzo di Champions dato che pure la viola potrebbe tornare in corsa con un successo. In caso di ulteriore brutta prestazione e sconfitta l’esonero diventerebbe una ipotesi concreta. In questo caso, la dirigenza sceglierebbe la soluzione di un traghettatore per arrivare a fine stagione e nelle ultime ore la candidatura più rilevante sarebbe quella di Magnanelli, tecnico della Primavera. Ma alla Continassa non si vorrebbe arrivare a una decisione così estrema, soprattutto Giuntoli che ha voluto fermamente Motta. Il nuovo futuro, dunque, si potrebbe dipanare a giugno se Thiago non ritrovasse la giusta rotta, a maggior ragione con un mondiale per club da giocare. Diverse le ipotesi in ballo. C’è ovviamente Gian Piero Gasperini, oggi indiziato numero uno dopo 9 anni di grande rendimento all’Atalanta, poi ci sarebbe Antonio Conte (il problema sono i costi di ingaggio) mentre è sbucato a sorpresa anche il nome di Stefano Pioli, scudettato 2022 con il Milan e ora in Arabia.

Motta chiede carattere

Esattamente come ha affermato nel post partita, Thiago Motta non è uomo da sceneggiate, giacche strappate, toni alti. Il confronto con la squadra è stato pacato, ma fermo. Alla presenza della dirigenza il tecnico ha chiesto una forte presa di coscienza da parte della squadra. Sconfitte di quel tipo, soprattutto dopo aver mollato a livello mentale, non sono accettabili e ora c’è da salvare il quarto posto. Il pareggio della Lazio ha mantenuto il piazzamento, ma da dietro si è avvicinato il Bologna a meno due e servirebbe tenere la barra dritta nelle ultime dieci partite. Per la Juve, questa, sarà una settimana senza partite infrasettimanali e ci sarà la possibilità di lavorare duro in vista di Firenze. Palladino non potrà fare altrettanto perché avrà la Conference e il gol di scarto da recuperare al Panathinaikos, motivo per il quale Motta arriverà domenica con un piccolo vantaggio. Non a caso, la Juve è passata alla doppia sessione di lavoro e la richiesta del tecnico è una sola: massimo impegno ogni giorno e alta intensità. Questa è la ricetta per uscire dalla crisi. Ne va del quarto posto e ne va della sua panchina. Dalle stelle alle stalle nel giro di pochi mesi, ma con ancora la possibilità di salvare capra e cavoli.

Pista Osimhen calda

In tutto questo ci sono le piste estive di mercato, che dipendono anche da chi sarà l’allenatore della Juve per la prossima stagione. Sotto la lente di ingrandimento ci sono gli acquisti di Giuntoli e Motta, partendo da Teun Koopmeiners, in difficoltà da inizio stagione, ma anche quelli di Douglas Luiz e Nico Gonzalez sono nel mirino della critica. Poi le cessioni. Qualche sacrificio ci sarà, soprattutto se dovessero mancare i ricavi Champions. Dusan Vlahovic viaggia verso la porta di uscita dato il contratto in scadenza nel 2026 e nessun sbocco per il rinnovo, ma attenzione anche Mbangula che rappresenterebbe una plusvalenza totale essendo un prodotto interno. Ricavi che la Juve può utilizzare per confermare i vari Conceicao e Kolo Muani, due giocatori che Giuntoli vuole assolutamente vedere in bianconero anche nel 2025/2026. Ma attenzione a quelli che possono essere i movimenti in attacco, perché senza Vlahovic ci sarebbe la necessità di prelevare un grande attaccante. Il profilo che attrae maggiormente Giuntoli, avendolo portato anche a Napoli, è ovviamente Victor Osimhen. Ora al Galatasaray, l’attaccante nigeriano farà ritorno a Napoli a giugno e De Laurentiis procederà alla cessione. C’è una clausola per l’estero da 75 milioni di euro, lo seguono United e Psg, ma Giuntoli ha buoni rapporti con il suo agente e tenta il grande colpo sotto traccia. Sulla pista ha parlato recentemente l’ex giallorosso Roberto Pruzzo, che a Radio Radio ha riportato la voce proveniente da una sua fonte affidabile: “Una fonte vicina al suo entourage mi ha detto che Osimhen sarà il prossimo attaccante della Juve. Loro contano di andare a Torino il prossimo anno”, le parole di Pruzzo. Il Napoli, ovviamente, non farà sconti e per intraprendere un investimento di questo tipo serviranno non solo i ricavi del mondiale per club ma anche quelli della Champions League, che oggi si aggirano tra i 60 e i 70 milioni di euro. Leggi anche - Champions, l'Inter batte 2-1 il Feyenoord e vola ai quarti: ora il Bayern

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