Tudor, un rimpianto Real. È tutta un’altra Juventus. Ma fa festa solo Garcia

I bianconeri reggono il confronto con il gruppo di Xabi Alonso quasi al completo. Nella ripresa la rete decisiva porta gli spagnoli ai quarti del mondiale per club.

di LORENZO LONGHI
2 luglio 2025
La rete decisiva siglata da Gonzalo Garcia: Di Gregorio, migliore in campo per la Juventus, si è dovuto inchinare

La rete decisiva siglata da Gonzalo Garcia: Di Gregorio, migliore in campo per la Juventus, si è dovuto inchinare

Nel Mondiale delle sorprese, non si è fatto sorprendere il Real Madrid di Xabi Alonso che, ieri a Miami, si è qualificato ai quarti della competizione rispedendo in Italia una Juventus che, comunque, tra i vari modi per uscire dalla kermesse, ha trovato il più dignitoso. A scanso di equivoci: nulla da dire sulla qualificazione del Real (Di Gregorio migliore in campo), ma perdere di misura con le merengues, senza esserne travolta nel risultato né nel gioco, per una Juventus in ristrutturazione e reduce dalla rumba presa dal City, è più che accettabile. Ecco, forse il punto negativo è proprio questo, che cioè i bianconeri si debbano accontentare di una prestazione da squadra, di un’eliminazione prevista e prevedibile, di una squadra che s’impegna, ma che eccelle giusto in Yildiz.

Con Mbappé in panchina, il Real ha presentato Gonzalo Garcia accanto a Vinicius, davanti al trio di centrocampo formato da Bellingham, Valverde e Guler, abbastanza insomma per mettere paura a una Juventus che, in avvio, in difesa ha schierato il reaparecido Rugani al centro, tra Kalulu e Kelly, una retroguardia raccogliticcia e tutt’altro che inattaccabile. La quale, però, si è dimostrata attenta a interpretare le richieste di Tudor, almeno nel primo tempo, rischiando seriamente solo in un’occasione su una palla messa in mezzo da Valverde, calciata da Bellingham su Di Gregorio e allontanata alla meno peggio.

Non ha ripetuto l’imbarcata subita dal City la Juventus, comunque molto diversa rispetto alla sfida contro la squadra di Guardiola, ma alla fine la partita l’ha approcciata piuttosto bene, andando anche a cercare la rete. All’inizio con un Yildiz ispirato: fra le altre buone cose (come un pallone destinato al sette, finito in angolo per una deviazione di Tchouameni), ha pure messo Kolo Muani davanti alla porta: scavetto, pallone alto di poco, e a ripensarci la scelta della soluzione ha lasciato nel francese più di un rammarico.

I bianconeri hanno giocato a fiammate, con un Real migliore nel possesso, ma bloccato da cerniere molto attente delle linee di una Juventus. Ma se il tempo l’ha chiuso sul pari il merito è stato ancora di Di Gregorio, che poi a inizio ripresa si è ripetuto quando, in cinque minuti, i madrileni hanno attaccato con veemenza e continuità e, dai e dai, il gol l’hanno segnato di testa con Gonzalo Garcia: uno solo e decisivo. Tudor ha poi sostituito l’infortunato Kelly e Conceição con Kostic e Gonzalez, Alonso ha fatto entrare Mbappé, per capirci: la Juventus non ha ricevuto nulla dai subentrati, ma in definitiva ha fatto meglio nel complesso, Yildiz a parte, e questo è un segnale positivo, ma servono almeno due uomini di alto livello per alzare l’asticella.

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