Sarri: "La Lazio un discorso di affetto. Derby è sfida tra due popoli"

Le parole del tecnico ella Lazio a margine di un evento vicino a Grosseto

di Redazione Sport
16 giugno 2025
Maurizio Sarri torna ad allenare la Lazio

Maurizio Sarri torna ad allenare la Lazio

Grosseto 15 giugno 2025 – Due giorni per conoscere i segreti di mister Sarri, due giorni di clinic tenuto dall'allenatore tornato sulla panchina della Lazio per allenatori, addetti ai lavori e appassionati. Tutto questo è andato in scena a Castiglione della Pescaia dove l'allenatore ha raccontato alcuni segreti del business e dove, alla fine di tutto, si è preso anche qualche momento per rispondere ad alcune domande dei cronisti presenti. Ecco le parole del tecnico riportate dall'Ansa.

La prima domanda per lui riguardava cosa lo abbia convinto a tornare sulla panchina biancoceleste. "Questione di affetto. Se ci penso con lucidità, materialmente, è le possibilità di migliorare il secondo posto del ciclo precedente, ma non sono tante. È stato un discorso d’affetto, alla Lazio voglio bene a tutti, ai magazzinieri, fisioterapisti, camerieri e cuochi. A tutti, così come alla tifoseria. Non c’ho pensato neanche più di tanto. Non so se sarà diverso, io torno con lo stesso spirito di prima. Darò battaglia per il mercato e sicuramente litigherò, sono tutte cose che conosco e non vengo per accontentarmi. Avrò le stesse pretese di prima e la stessa rabbia di prima, fa tutto parte della normalità e sarebbe preoccupante se assumessi un atteggiamento diverso”.

Stuzzicati dal tema materiale del suo ritorno alla Lazio si domanda all'allenatore del suo obiettivo in biancoceleste. "Se si riesce a innescare un senso di divertimento nell’ambiente e nella squadra, si farà divertire anche il pubblico. Quando ci si riesce, si accettano meglio sconfitte e difficoltà, che ci sicuramente ci saranno. Purtroppo la posizione della Lazio non ci consente di essere in Europa, ma l’obiettivo è quello di tornarci subito a qualsiasi livello. Ci fa comunque piacere avere il tempo per allenarci, ma anche essere in Europa. Io quando parlo di calendari l’ho sempre fatto non perché non voglio essere in Europa, ma perché devono essere logici. Io l’ho detto cinque anni fa e mi hanno detto che mi lamentavo, ora lo stanno dicendo tutti. Mi sembra che siamo arrivati al limite. Ci siamo inventati questo torneo che è una roba che non riguarda il calcio, ma la politica sportiva e non mi interessa. Il calendario deve essere gestibile e fattibile per tutto e tutti”.

Arrivato in una squadra molto diversa da quella che ha allenato, il tecnico parla così. “Vedere le cose dall’esterno non è mai come dall'interno, magari c’è un giocatore che mi piace e poi dopo dieci allenamenti penso non sia adatto a me. Succede spesso. Magari invece lo vedo e non mi sembra adatto, poi invece è il contrario. Aspetto di vedere le cose dall’interno, ci sono tanti giocatori che conosco. Vediamo se riusciamo a ringiovanire anche un po' la squadra. Mi sembra che in questo momento i giovani riescano a essere incisivi e riescono a fare bene, è chiaro poi che ci sono dei ventenni che costano cifre esorbitanti e diventa difficile”.

Si parla anche del lavoro, che rispetto al passato, Sarri sostiene sarà diverso. “Il calendario sarà diverso, quindi anche il lavoro. Avremo molta più possibilità di lavorare rispetto al passato. In un anno e mezzo sono cambiati diversi giocatori e da fuori faccio fatica a dire chi è adatto a me o no. Aspettiamo di poter fare qualche settimana insieme. L’inizio di stagione può essere segnato da giocatori che hanno la condizione e altri invece no, si può avere un’idea non veritiera. Il compito dell’allenatore è far rendere la squadra al cento per cento, poi ci sono sempre dei limiti. Se ci sono squadre più forti che rendono al massimo arriverai dietro".

Prosegue il ragionamento del tecnico sulla lotta per l'Europa, con un'avvertenza importante sul livello della Serie A. "Avrò il compito di portare la squadra al limite, e se lo scorso anno è veritiero, si fa fatica a portarla in Europa. Ci sono anche altre antagoniste: non penso che il Bologna arrivi nono un'altra volta e che il Milan possa arrivare ottavo ancora. C'è il Como che vuole andare in Europa. Il quadro nazionale è questo e non sarà facile. Vediamo dove può arrivare questa squadra e poi capiremo il margine di miglioramento".

Approfondendo il tema sul Como, c'è stato anche un piccolo aneddoto su Fabregas. "A ottobre l'ho incontrato a Coverciano - racconta Sarri - era indietro in classifica. Gli ho detto di non preoccuparsi perché sarebbe a metà classifica: avevo visto la squadra, non aveva nulla a che vedere con la lotta con la retrocessione. Ha una intelligenza unica, di livello superiore a tutti gli altri. Ha avuto esperienze importantissime, è innamorato del calcio, era prevedibile diventasse allenatore. Trovo abbastanza prevedibile anche che nel giro di 2-3 anni sarà in una top europea per tutte le sue qualità anche di quando era calciatore".

Dopo qualche accenno in precedenza, si tocca anche il tema mercato, a cui il tecnico risponde così. "Rivedrò il direttore la prossima settimana. Lui mi dirà quali sono le sue idee, mi porterà qualche nome come lo farò anche io, poi vedremo. L’importante è, come ho detto a lui, che se deve arrivare un difensore deve arrivare ora. Secondo me siamo corti a centrocampo se vogliamo giocare a 3, vediamo se ci sono margini di miglioramento o meno".

Dopo aver toccato questo tema si tocca anche quello dei singoli già oggi in rosa alla Lazio come Dele-Bashiru e Isaksen. "Io non lo so com’è Dele-Bashiru nel palleggio. L'ho visto giocare come trequartista e tutti mi dicono non lo sia. Vediamo di riportarlo a centrocampo e quale sarà la sua evoluzione possa avere. Alcuni addetti ai lavori extra Lazio ne hanno parlato bene, intendo direttori sportivi di altre società. Evidentemente qualche qualità ce l’ha. Isaksen è arrivato qui un paio di anni fa dalla Danimarca, con un'altra lingua, un altro modo di mangiare e di allenarsi. Ha avuto i primi mesi di difficoltà, come chiunque arrivi dall’estero, soprattutto i giovani. Nella seconda parte di stagione era già diverso e si vedeva. Voi avete scritto che con me ha giocato poco, ma bisogna andare a rivedere il numero di presenze perché non mi sembra sia così. Magari può aver avuto meno minutaggio, ma era in un momento di adattamento, già nel finale di stagione ci aveva fatto vedere qualcosa. Quest'anno ha fatto sprazzi ottimi e momenti in cui ha reso molto meno, ma mi sembra abbia intrapreso la direzione giusta".

Altri singoli che fanno discutere in casa Lazio sono i portieri, su cui Sarri la pensa così. "Io penso che noi abbiamo due portieri forti. Andremo lì e guarderemo chi rende di più, e quello lì gioca. Se a dicembre l'altro non è contento, andrà via. Mettere dei paletti ora mi sembra estremamente prematuro, son forti e se la giocano. Poi se qualcuno non è contento a gennaio si prenderà una scelta. Andare a prendere una decisione ore tra due ragazzi potenzialmente forti tutti e due, mi sembra prematuro".

In conclusione si è parlato anche di derby, con Sarri a descriverlo così. "Se si comincia ora con il derby svengo prima di giocarlo. È una partita bella ma devastante perché dura una settimana. Quando l'arbitro fischia la fine ti accorgi che sei vuoto nell'anima. Se qualcuno pensa sia una partita sbaglia, è una sfida tra due popoli".

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