Le critiche dopo Inter-Barcellona. Bergomi e il calcio urlato che vogliamo
Moroni Giuseppe Bergomi, alias lo ’zio’, da calciatore ha indossato un’unica maglia di club, quella dell’Inter: 757 presenze e 28 gol....

Calcio, lo sport nazionale
Moroni
Giuseppe Bergomi, alias lo ’zio’, da calciatore ha indossato un’unica maglia di club, quella dell’Inter: 757 presenze e 28 gol. Appese le scarpette al chiodo, è diventato uno dei più preparati e apprezzati opinionisti su Sky. Alzi la mano chi non ricorda Fabio Caressa dopo lo 0-2 di Del Piero nella semifinale Germania-Italia ai Mondiali 2006: "Andiamo a Berlino, Beppe". E lo ’zio’ non si trattenne più: "Andiamo a Berlino!!!" urlò a sua volta. Ieri, all’indomani dell’epica sfida Inter-Barcellona 4-3, condita sempre dalle urla del duo Caressa-Bergomi, lo ’zio’ si è dovuto difendere dalle critiche: "Con una gara così come fai a star calmo?". Tele-Inter l’hanno chiamata i tifosi detrattori e rosiconi. No, non è Tele-Inter, è lo specchio del calcio che vogliamo. Perché noi tifosi siamo i primi a urlare: allo stadio, sui social, in ufficio. Prendete il giornalista Francesco Repice di Rai Radio 1 e ascoltatevi le urla di martedì sera ai gol interisti: brividi. Ma Repice è nerazzurro? Chissà. Poi andate a riascoltare la radiocronaca di Bologna-Inter dello stesso Repice e sentirete il nome Orsolini scandito come se il giornalista fosse rossoblù da sempre. No, né lui, né lo ’zio’, né altri sono di parte, ma rappresentano (con bravura) tutto ciò che vogliamo: un calcio urlato e vissuto. Che ci fa godere quando la nostra squadra vince e rosicare quando fanno festa gli altri.
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