L’ultimo capitano granata, ora a San Marino, parla della nuova realtà sportiva cittadina. Urbinati: "Nel Fano Calcio nomi giusti per ripartire»
Il nuovo Fano Calcio, con Giovanni Mei presidente e Giovanni Cornacchini tecnico, si prepara a ripartire con entusiasmo e professionalità. L'ex capitano Gianluca Urbinati auspica un progetto serio e duraturo, basato sull'entusiasmo e sull'identità della città.
Gianluca Urbinati (foto), in questi giorni in ritiro a Montegrimano (fino all’8 agosto prossimo, ndr) con il San Marino, è stato l’ultimo capitano granata. Urbinati, ha sentito? È nato il nuovo Fano Calcio, con alla presidenza Giovanni Mei, diesse Roberto Canaestrari e tecnico Giovanni Cornacchini…
"Come ho sempre detto, in ogni categoria, nello sport e nella vita servono professionisti seri, competenti, gente credibile agli occhi della piazza. Personalmente conosco il mister, al quale mi lega un rapporto speciale, è un uomo vero… Mi sembrano profili in possesso di tutti i requisiti giusti per far ripartire con entusiasmo il calcio a Fano, che è una cosa seria".
Adesso si dovrà chiedere l’iscrizione al campionato. Pensa che ripartire dal basso sia una delusione?
"Il recente passato ci ha insegnato come a fare la differenza non sia la categoria, ma il modo in cui viene affrontata. Quindi la città di Fano, ormai, dopo averne viste di tutti i colori, credo abbia la cultura per andare oltre la categoria, purché ci sia un progetto serio e credibile".
Su quali basi dovrebbe lavorare la nuova società (vivaio, rapporti col territorio, coi tifosi) e cosa augura al nuovo Fano?
"Ci sono tanti esempi di società gloriose che sono state costrette a ripartire dagli inferi. Non è un problema: la prerogativa principale è l’entusiasmo, e poi Fano deve tornare ad essere Fano, tornare a scegliere chi debba lavorare al proprio interno e non a essere scelta, ad avere l’appeal che l’ha sempre contraddistinta nei 118 anni di storia. Tutto il resto poi verrà da sé. In città, prima di partire per questa nuova avventura col San Marino, ho avvertito ancora da parte degli sportivi fame di calcio, quello vero e quello sano, per cui penso che si possa iniziare a lavorare dalle fondamenta per costruire qualcosa di concreto e che duri nel tempo".
Avendo giocato in due momenti distinti in città – dal 2010 al 2013 e nel 2023/24 – cosa prova a vedere oggi un Fano che rinasce in questo modo?
"Di quest’ultima stagione e mezza mi porto dentro un po’ di tutto, dalla gioia dei playoff vinti con annessa possibilità di salire in Serie C lo scorso anno, alla drammatica stagione trascorsa, fino al giorno più bello della mia vita, con la nascita di mio figlio tributata dalla Curva con uno striscione. Fano per me fa rima con cuore ed emozioni, lo è stato nel mio primo biennio con l’esordio in C, dopo aver conosciuto persone come Giuseppe Pompilio o Lamberto Zauli, che hanno avviato la mia carriera, e lo è a maggior ragione adesso. Il comune denominatore è sempre uno però: l’affetto che in ogni occasione ho sempre avvertito da parte della gente, della piazza e che non riuscirò mai a ringraziare. Evidentemente oltre al giocatore hanno sempre apprezzato l’uomo".
Silvano Clappis
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