Messi e Lamine Yamal, il trionfo nel destino. Stelle da record: possibile incrocio Mondiale

Leo con l’Argentina fa sua la Copa America e il 45esimo trofeo, il baby fenomeno spagnolo è campione d’Europa: la grande sfida nel 2026?

di LORENZO LONGHI
16 luglio 2024

Messi e Lamine Yamal, il trionfo nel destino. Stelle da record: possibile incrocio Mondiale

L’immagine calcistica dell’estate, la foto d’antan di un giovane Lionel Messi che pare quasi battezzare il neonato Lamine Yamal, è ormai destinata a rimanere nell’immaginario collettivo. E del resto quando, a distanza di poche ore, prima lo spagnolo vince il suo primo Europeo con la Roja, quindi l’argentino trionfa per l’ennesima volta con la sua Argentina alzando la Copa America (per una volta da comprimario e con una caviglia gonfia come una mela, ma poco conta), quella foto del passato racconta della contemporanea coabitazione dei due nell’Olimpo dell’estate di grazia 2024.

Corrono vent’anni e spiccioli di differenza tra i due, ma oggi i chilometri di lontananza sono parecchi e la possibilità di un incrocio ufficiale tra Messi e Yamal non c’è. Potrebbe accadere al Mondiale del 2026, perché Messi – dopo aver vinto il suo titolo numero 45, mai nessuno come lui nella storia del calcio, e nonostante non gli manchi ormai nulla – a quel torneo punta, non foss’altro perché ci arriverebbe da campione in carica e da padrone di casa e re incontrastato del calcio d’America, perché da quando ha scelto la Mls, con l’Inter Miami, la lega ha aumentato ricavi, pubblico e risonanza mediatica.

Tutto previsto e prevedibile, come del resto l’ultimo trionfo: per lui cinque partite, una rete contro il Canada in semifinale e un assist, infine la coppa alzata proprio al cielo di Miami, dopo la rete decisiva di Lautaro contro la Colombia ai supplementari.

Perché nulla nasce dal caso e, anche se lo stadio della finalissima era quello del football americano e non del soccer, è andata esattamente così come doveva andare, con il testimonial perfetto nel luogo giusto e nel momento giusto. Messi, insomma, non ha ancora abdicato, e per quanto lo zenit sia passato e questo sia l’occaso di una carriera straordinaria, quel che rimane della sua luce è ancora sufficiente ad illuminare a giorno il calcio a quelle latitudini. Dove, magari, tra due anni potrebbe avvenire il vero passaggio di testimone con quel bambino della foto del bagnetto, che bambino più non è, uomo non ancora, ma fenomeno certo che sì, lo è già.

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