Addio a Giuseppe Farina, ex dirigente del Milan e del Vicenza
Giuseppe Farina, storico dirigente del Milan e del Vicenza, è scomparso a 91 anni. Ha segnato un'epoca del calcio italiano.

I tifosi rossoneri scaldano il clima con bandiere e fumogeni
"Il mio nome vero sarebbe Giuseppe Antonio. Ma è troppo lungo. Così in famiglia divenni Giussano, e di qui il vezzeggiativo Giussi". Così Giuseppe Farina, fra una battuta e l’altra, si confrontava con gli interlocutori. Con lui se ne va un pezzo di storia del Milan, quella che i fan rossoneri non amano ricordare. L’imprenditore veneto (nato a Gambellara) avrebbe compiuto 92 anni il prossimo 25 luglio ed è stato il dirigente di un calcio che non esiste più. Nel bene e nel male. Fu numero uno del Milan in un periodo complicato (dal 1982 al 1986), dopo averlo acquistato da Felice Colombo. Ma ancor prima aveva condotto il Lanerossi “Real“ Vicenza (di G.B. Fabbri e Paolo Rossi, autore di 24 gol nella storica annata e negato alla Juventus in una sessione del calciomercato), al secondo posto in Serie A nella stagione 1977-78. E poi Padova, Audace, Valdagno, Legnago, Schio, Rovigo, Belluno, Rovereto, Modena e Palù. Il 19 gennaio 1982 rilevò il Milan subentrando a Gaetano Morazzoni. C’era Gigi Radice in panchina, subito sostituito con Italo Galbiati. Ma il Diavolo chiuse al 14° posto, retrocedendo in Serie B per la seconda volta. Nel 1982-83 arrivò Ilario Castagner, il quale riportò il Milan nella massima serie. L’annata successiva, però, il tecnico venne esonerato, spalancando il ritorno di Niels Liedholm (1984-85). Con il “Barone“ in panchina il Diavolo tornò in Europa ottenendo la qualificazione in Coppa UEFA. Farina lasciò la società nel 1986, per via di una situazione finanziaria molto critica (debiti per circa 13 miliardi delle vecchie lire). Il 20 febbraio dello stesso anno Silvio Berlusconi, acquistò il club ripianando il debito e salvando il Milan dal fallimento. Giulio Mola
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