Ibra terzo, il consigliere del re: "Milan, il mio amore è senza fine"
Zlatan torna in rossonero come ’consulente esperto’ di Cardinale: colmato il vuoto dopo l’addio a Maldini
Da Bergamo a...Bergamo. Un quadriennio dopo la storia si ripete. Nel dicembre 2019, a nove anni di distanza dalla sua prima volta in rossonero, Zlatan Ibrahimovic venne ingaggiato per risollevare il Milan dopo la storica batosta in casa dell’Atalanta, uno 0-5 che bruciava sulla pelle e che il campione taumaturgo riuscì a lenire, visto che sullo slancio del grande entusiasmo riportato a Milanello si intraprese la strada che avrebbe condotto allo scudetto 2022.
Ieri, due giorni dopo un’altra bruciante sconfitta contro i nerazzurri, ecco l’Ibra-ter: per il totem svedese è "un ritorno a casa", questa volta non più da giocatore, ma per una nuova e intrigante avventura da dirigente, in qualità di “senior advisor“ dell’azionista di maggioranza Gerry Cardinale. "Il mio amore per i rossoneri non avrà mai fine e l’opportunità di far parte del loro futuro in modo significativo è qualcosa che avrei solo potuto sognare. Sono grato a Gerry", le prime parole dell’ex attaccante.
L’annuncio (anticipato dal Financial Times) del Fondo di Investimenti che controlla il club è arrivato ieri all’ora di pranzo al culmine di lunghe trattative fra le parti e un’attesa durata sei mesi, visto l’imperdonabile errore di non sostituire il licenziato Paolo Maldini il 5 giugno. Una mossa certamente mediatica, perché era necessario dare un segnale in un momento molto complicato per la squadra e il tecnico Stefano Pioli (nuovamente sulla graticola). Dopo l’addio al calcio giocato, lo svedese sarà stretto collaboratore e consulente dell’area sportiva di RedBird Capital, la società del manager statunitense dell’entertainment diventato sedici mesi fa proprietario del Milan. Ibra sarà partner operativo, "per rafforzare la nostra cultura vincente", "collaborerà con il team di investimento globale della società". Nel Milan, in particolare, "ricoprirà il ruolo di senior advisor della proprietà", lavorando "in stretto coordinamento" con proprietà e management e avrà un "ruolo attivo nelle operazioni sportive e commerciali". Non solo: Zlatan si occuperà di "sviluppo dei giocatori e formazione per alte prestazioni" e anche di progetti speciali come lo stadio.
Insomma, Ibrahimovic come partner operativo di Redbird diventerà manager di private equity. Dal calcio alla finanza, un ruolo da scoprire col tempo, sicuramente un impegno a trecentosessanta gradi in un momento in cui la stagione sportiva è al bivio, visto che siamo alla vigilia della delicata sfida di Champions in casa del Newcastle (Leao titolare) che vale mezza stagione. Ma al di là dell’enciclopedico comunicato di Redbird e del sottopancia “senior advisor della proprietà“ cosa farà realmente il dottor Zlatan? Sarà più dirigente mascherato da superconsulente dell’azionista di controllo americano per fare rialzare il club dall’innegabile crisi in atto, oppure dirigente vero anche per coprire l’uscita di Maldini? E ancora: con quale frequenza andrà a Milanello ed entrerà nello spogliatoio ben sapendo che verrebbe visto con occhi ben diversi dai suoi ex compagni? Seguirà la squadra in trasferta? Parteciperà ai ritiri? Quanto inciderà nella testa dei giocatori, nella mentalità e nelle scelte col rischio che l’allenatore possa perdere la leadership? Tutto ciò lo dirà il tempo, anche se è evidente che finora si è avvertita soprattutto la mancanza di una figura carismatica e competente dell’area sportiva in grado di aiutare o correggere l’allenatore. Di sicuro Ibra non è tornato per fare la “bandiera“ (c’è già il Capitano Franco Baresi) e non avrebbe mai speso oltre cento milioni “dimenticandosi“ di acquistare un altro difensore e soprattutto un bomber. "Non è una decisione che prendo alla leggera - spiega Zlatan -. Ho pensato a lungo e intensamente ai primi passi della mia carriera al di fuori del calcio giocato". Il Milan si aggrappa al suo ultimo totem.
Sperando che basti.
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