Il Diavolo vuole ritrovarsi subito. Una Champions da dimenticare . A Torino riparte l’inseguimento
Contro i granata (18) i rossoneri non possono concedersi altri passi falsi dopo l’eliminazione choc in Coppa. Conceição: "Neppun problema con Theo e Pulisic. I ragazzi hanno parlato nello spogliatoio in modo schietto". .

Sergio Conceição, 50 anni, sta cercando di far uscire il Milan da un momento molto complicato nonostante gli ultimi innesti
Andare oltre, perché "nel calcio si ricomincia sempre". Oltre l’Europa, per riprendersela. Oltre le magagne e le polemiche: vedansi l’espulsione di Theo Hernandez e il presunto litigio tra Conceição e Pulisic, le ultime gatte da pelare di una stagione, in questo, ricchissima.
Ricchissimi non sono i numeri: -11 milioni in cassa, almeno, dopo il tris di patatrac tra Zagabria, Rotterdam e San Siro. E -5 punti dal quarto posto, con una partita in meno che verrà recuperata a Bologna giovedì 27. Altri numeri, paradossalmente, strizzano l’occhio al Diavolo. Quelli di un mercato che ha portato 5 nuove pedine. Quelli di un calendario che dice Torino, oggi alle 18 in trasferta, poi appunto Bologna: sarà l’ultima fatica infrasettimanale per un mesetto abbondante in cui i rossoneri giocheranno una volta alla settimana contro Lazio, Lecce, Como e, dopo la sosta per la nazionali, Napoli. Poi, solo poi, la semifinale di andata di Coppa Italia contro la vincente di Inter-Lazio. Magra consolazione.
Ma, comunque, lì il Milan dovrà arrivare da Milan e non in versione brutta copia di se stesso. Ne va di tutto. E lo sa bene Conceição che si gioca, anche lui, tutto. Compreso quel contratto fino a giugno 2026 che ha la scappatoia dell’addio già quest’estate. Il portoghese, ieri in conferenza, ha preso di petto la situazione e risposto da par suo: "Theo Hernandez? Mi piace parlare di calcio e non del colore dei suoi capelli. Neri, gialli, bianchi: per me è uguale. È un patrimonio del club, ha fatto un errore come ne faccio io, ne abbiamo parlato, è a disposizione. I cambi col Feyenoord? A fine partita sono tutti bravissimi allenatori. Pulisic? Nessun litigio". Lo statunitense non è al meglio: potrebbe ancora partire dalla panchina, con Musah esterno (oppure centrale, in questo caso dentro "Capitan America", Reijnders alzato sulla tre quarti e fuori Joao Felix). La certezza: Walker, sempre titolare dal suo arrivo, non ci sarà per un problema muscolare. Un altro intoppo, di fatto, verso l’Olimpico Grande Torino, ma l’uomo da Coimbra scatta quando viene messo davanti al concetto di paura: "L’ho avuta quando, poco dopo mio padre, è mancata mia madre. Ero 18enne. Ora non temo più niente".
Quindi avanti, per forza ma soprattutto con forza: "Mi piace quando la squadra si parla chiaro in spogliatoio. Se al compagno dici la verità e non fai finta di niente, sei un vero amico. Stiamo crescendo anche in questo". Avanti anche con l’idea di base dei quattro attaccanti: "Hanno dimostrato di poter giocare insieme ed è quello che voglio. Non siamo al top, ma in crescita. Recupero palla alto, aggressività, corti, compatti: possiamo fare questo gioco". Potenzialità che devono fare i conti col tempo che stringe sempre di più. E con l’ennesimo bivio di una stagione che ha sempre meno strade.
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