L’annus horribilis di Hernandez. Il rosso è l’ennesima stecca
Le discussioni sul rinnovo, le panchine con Fonseca, il precedente a Firenze. Ma la squadra lo difende

L’azione che è costata a Theo Hernandez il secondo giallo per simulazione
La foto postata da Theo Hernandez lunedì era corredata da una “canzoncina“ che diceva: "Parlate di me, la vostra è solo invidia, fan...o a chi mi odia, è diventato come un cliché, ma punto sempre in alto, del resto me ne f...o". La storia del calciatore francese con il Milan, dopo ieri sera, suona una musica molto, molto più pesante. Per un’annata nata male e proseguita anche peggio.
Già in estate, dal ritiro della Francia, il giocatore rispondeva così: "Il rinnovo? Vedremo". L’inizio di campionato non all’altezza, le panchine, il cooling break da separato in casa con Leao, qualche guizzo, soprattutto tonfi e altre panchine con Fonseca. Sullo sfondo anche voci extra-campo. E la questione contratto, in scadenza a giugno 2026: gli accordi che arrivano per i vari Maignan e Reijnders, non per lui. Con Conceiçao c’è aria di svolta, ma la solfa per Theo Hernandez non cambia. Anzi, c’è anche la maxi offerta dal Como nel mercato invernale, accettata dalla società, ma non dal terzino, nella stagione nella quale ha superato il numero di gol in rossonero di Paolo Maldini.
La storia recente racconta di capelli rosa sfoggiati al De Kuip (più scoloriti al ritorno) e che non sarebbero piaciuti. Sembrano inezie al confronto del patatrac di ieri sera. Iniziata paradossalmente bene, in campo: Theo alto a pressare, anche il terzino Read. Poi le solite sofferenze in marcatura e sugli spunti di Hadj Moussa, a tratti contenuti anche con l’aiuto di Leao. Montagne russe: un dribbling da par suo su Moder, ma anche una conclusione così così sul palo. Poi gli scricchiolii: la prima ammonizione scriteriata (da diffidato) per la “strattonata“ prolungata a Hadj Moussa, a centrocampo e con la squadra in vantaggio. Al duplice fischio proprio l’algerino cerca il contatto con il francese e Conceiçao blocca il calciatore del Feyenoord, ma la baruffa sarebbe proseguita nel tunnel con Theo a inseguire l’avversario e cercare chiarimenti inutili.
Il tè sembra portarlo a più miti consigli: vedasi i due scambi con Leao e Gimenez. Tutt’altro. Arriva il crollo. Contatto con Read, simulazione per Marciniak: secondo giallo e Milan in dieci. È la seconda espulsione stagionale: la prima a Firenze, da capitano, dopo aver “scippato“ un calcio di rigore a Pulisic e averlo sbagliato. Ora, l’ennesima stecca, a dir poco.
La squadra l’ha comunque difeso. E anche Zlatan Ibrahimovic al termine della partita: "L’arbitro è stato duro. Per una simulazione, in una partita del genere, dai almeno un avvertimento. Sono situazioni che capitano e che non cerchi, Theo non fa l’attore". Solo alla vigilia, proprio Zlatan aveva detto: "Theo non è più un ragazzino (27 anni, ndr) come quando è arrivato qui (nel 2019), è tra i migliori terzini al mondo, ma deve essere lui a trovare il bottone da schiacciare per rendere al meglio". Non l’ha trovato. E il rapporto con il rossonero si complica ancora di più.
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