LE PRIME PAROLE DEL neo acquisto messicano. Gimenez, il predestinato: "Farò di tutto per lasciare il segno»
Lo chiama(va)no "El Bebote", il bambinone. E già da ragazzino, nelle partitelle a Città del Messico, metteva la maglia del...

Lo chiama(va)no "El Bebote", il bambinone. E già da ragazzino, nelle partitelle a Città del Messico, metteva la maglia del...
Lo chiama(va)no "El Bebote", il bambinone. E già da ragazzino, nelle partitelle a Città del Messico, metteva la maglia del Milan. Lo chiamano destino, quelli che ci credono: di sicuro, ci ha messo lo zampino. Di sicuro, ci ha messo parecchio del suo lui, Santiago Gimenez: i numeri dicono 23 anni, già 16 gol stagionali, contratto fino a giugno 2029 a 2,5 milioni. E maglia numero 7: quella di Shevchenko ("può far svoltare la squadra", l’investitura dell’ucraino) che ha visto al suo arrivo a San Siro, scelta anche perché "era libera e nella Bibbia è il numero perfetto". Fede, guardando lassù. Concretezza, quaggiù. Vanno di pari passo: "Ho passione, potenza. Faccio il massimo e metto tutto nelle mani di Dio". Trattativa compresa: "Io penso a giocare, vivo il presente". Il Milan se lo sente già addosso come "un vestito fatto su misura: forza, fame di vittorie. C’è uno spirito importante nel quale mi identifico. Farò di tutto per lasciare il segno". Guai a chiamarlo il nuovo Hugo Sanchez, però: "Sono qui per fare la mia strada. Saranno le persone a giudicarmi". Chi lo ha giudicato e scelto, Zlatan Ibrahimovic, non ha dubbi: "Si presenta da solo. Non aggiungo nulla, se no dicono che metto troppa pressione". Poi, invece, aggiunge: "Ha fame e qualità, mi ricorda Camarda. Queste cose o le hai o no. È un uomo d’area, ma può fare tanto anche fuori. Non si deve preoccupare. Anzi, tra poco rincontrerà il Feyenoord. E segnerà".
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