Luka Jovic e Sergio Conceiçao: il rilancio del Milan in Europa League

Il Milan punta al rilancio in Europa League con Jovic e Conceiçao, mentre Furlani valuta il nuovo direttore sportivo.

di LUCA MIGNANI
25 aprile 2025
L’abbraccio tra Sergio Conceiçao e Luka Jovic nel derby di ritorno in Coppa Italia

L’abbraccio tra Sergio Conceiçao e Luka Jovic nel derby di ritorno in Coppa Italia

Dai margini al centro, dal sigaro al jogging, da perduta a un passo. Luka Jovic, Sergio Conceiçao, l’Europa. Sullo sfondo, un altro possibile incontro tra Giorgio Furlani e Igli Tare, dopo quello di settimana scorsa, per una direzione sportiva da assegnare e che resterebbe comunque aperta ad altri candidati. È l’annata del Milan, da montagne russe: etichetta dal senso che cambia ancora. In campionato -8 dalla Conference e -9 dalla Champions: nei quattordici scontri con le prime otto una sola vittoria, contro l’Inter ai tempi di Fonseca. Ma Inter, ancora, chiave di (s)volta: un anno fa il ko da seconda stella nerazzurra e da parola fine sulla stagione, poco dopo l’eliminazione in Europa League.

Ora, il rilancio proprio in ottica Europa League, garantito dal 3-0 valso la finale di Coppa Italia, arrivato nel quinto derby di una serie che ha portato zero sconfitte (dopo il set Inzaghi-Pioli), una Supercoppa, 8 gol in 4 partite targate Conceiçao. Due, mercoledì, sono arrivati da Jovic: il sostituto di Taremi, sul gong del mercato di due estati fa, dopo la fumata nera tra il Diavolo e l’iraniano, rimasto al Porto (di Conceiçao) con cui ha chiuso un quadriennio da 91 centri prima di passare in nerazzurro. Spesso oggetto misterioso, il serbo per cui il Real aveva sborsato 60 milioni. Con Pioli 9 reti. E nei giorni in cui si parlava di Zirkzee, prima di Morata e Gimenez, Ibrahimovic era stato chiaro: "C’è anche Jovic". Contratto rinnovato di un anno, stessa opzione che avrà il Milan a fine campionato.

Dopo una stagione di accostamenti (Torino, Monza, Monaco, Spagna, Turchia), la prima di campionato da titolare, l’estromissione dalla lista Champions, poco più di un’ora di campo in sette mesi, l’operazione per mettersi alle spalle la pubalgia, qualche chilo di troppo. Passato, il presente dice 4 reti nelle ultime 5 gare. E riferimento dinamico del 3-4-3 varato da Conceiçao. Il portoghese aveva celebrato la Supercoppa con sigaro e balletto. Ieri ha "festeggiato" la finale con un po’ di jogging attorno a Milanello.

Cambiano i tempi come gli umori, lui continua a inseguire l’equilibrio (definitivo) tra qualità e umiltà visto mercoledì. E due trofei in pochi mesi. Ha incassato il "siamo contenti" di Moncada, ha letto di Conte e Allegri, Italiano e De Zerbi, Sarri e Gasperini vicini alla sua panchina. Sul contratto c’è una clausola che può ancora (eccome) significare addio a giugno. Furlani, ora, è soprattutto al lavoro su un altro contratto: quello del ds. In agenda un altro incontro con Tare, già al tavolo due mesi fa a Londra con Cardinale. I rivali sono apparentemente blindati dai rispettivi contratti, anche se soprattutto l’atalantino Tony D’Amico stuzzica ancora.

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