Milan, un totem per dimenticare il derby. Arriva il Newcastle, c’è Ibra a dare una mano

Alle 18,45 la prima di Champions contro la squadra di Tonali, Zlatan all’allenamento per scuotere il gruppo dopo la manita

di GIULIO MOLA
19 settembre 2023

Milan, un totem per dimenticare il derby. Arriva il Newcastle, c’è Ibra a dare una mano

Rialzarsi. Ripartire. Ma soprattutto dimenticare. Settantadue ore dopo la “manita“ subìta nella stracittadina, c’è la dolce sinfonia delle note della Champions a risvegliare il Milan ancora stordito dopo il sabato da incubi. Il calendario che non concede soste offre subito la possibilità di un riscatto contro il Newcastle tornato nell’Europa che conta dopo vent’anni e guidato dall’ex Tonali (con 4.235 supporter a far da festoso contorno). Bisogna far tesoro dell’ultima batosta, e reagire. Forse anche per questo ieri mattina alla rifinitura si è presentato Zlatan Ibrahimovic. Non con le scarpette, ci mancherebbe (eppure per i tifosi più nostalgici uno come lui farebbe ancora comodo). Ma per una sorta di “revival“ (già previsto da tempo) di un vecchio amico.

Che il totem svedese vada in visita a Milanello è normalissimo, vero, anche in vista di futuri incarichi dirigenziali. Che poi decida di farlo a due giorni dal derby perso malamente ha un peso ben diverso, ovviamente. Serve (anche) uno come lui per scuotere la squadra dopo una caduta così fragorosa. E il ritorno del leader, per quanto in veste informale, è sicuramente utile. Anche per Stefano Pioli, finito più di tutti nel tritacarne delle critiche. "Sappiamo quanto Zlatan tiene a noi e quanto è stato importante per il nostro percorso. Io sono fortunato ad averlo allenato, la sua presenza è positiva e ha fatto piacere a tutti".

Ieri il tecnico ha poi voluto far precisazioni sulla non necessità di scusarsi coi tifosi a fine match: "Sento il peso degli insuccessi nei derby, in questo senso ho una pagella nettamente insufficiente e non avete idea di quanto mi pesi questa situazione. Se potessi andare da ogni singolo tifoso a dirglielo, lo farei. Con i tifosi sono in debito, l’anno scorso quando giocavamo veramente male ci hanno sempre sostenuto. E sono in debito anche perché sono l’allenatore che ha perso più derby in un anno".

Un “mea culpa“ che gli fa onore. Il tecnico vuol recuperare il rapporto con i supporter (stasera saranno in 65mila a San Siro) ma di sicuro brucia e ancora tanto la ferita, perché se tre indizi fanno una prova, cinque (come le sconfitte di fila con l’Inter nel 2023) diventano sentenza. E della sindrome da derby proprio i rossoneri non riescono a venire a capo. Il mercato, che fra Bologna, Toro e Roma gli aveva dato tanto nelle prime tre giornate di campionato, si è come rinchiuso in sé stesso, cornice e non quadro di San Siro. "Non è stato semplice, inutile girarci intorno – spiega Pioli -. Avevamo tante aspettative e fiducia, è stata una delusione forte. Ma per fortuna abbiamo la Champions, per poter ‘switchare’" .

Ci vorrà meno foga e più efficacia stasera. Con ogni probabilità verrà momentaneamente riposto nel cassetto il “nuovo“ Milan, ad assetto variabile, quello con Pulisic, Reijnders e Loftus-Cheek a girare attorno a Giroud. Prime rotazioni stagionali in vista, con un cambio per reparto: il ritorno di Tomori in difesa (al posto di Kjaer), l’inserimento di Pobega a centrocampo (per Reijnders), la staffetta Pulisic-Chukwueze sulla fascia destra. L’allenatore si aspetta una forte contributo da tutti, anche da chi è rimasto in panchina più di altri. "Dal punto di vista emotivo, abbiamo fatto fatica più noi ‘vecchi’ rispetto ai nuovi. I nuovi sono stati più sereni, e la serenità ti aiuta ad andare in campo dando tutto quello che hai".

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