Pioli ritrova i suoi leader. Milan, la forza del gruppo
Dentro e fuori dal campo decisivo l’apporto di Maignan, Hernandez e Giroud. Nei momenti difficili hanno sostenuto il tecnico dando un segnale importante.

Pioli ritrova i suoi leader. Milan, la forza del gruppo
La vittoria in rimonta sul PSG non è passata unicamente dall’estro e dal talento di Rafa Leao e da un gioco finalmente coeso e impattante, ma anche e soprattutto dai leader ritrovati del Milan, capaci di fare la differenza sia a livello tecnico che motivazionale. Mike Maignan, Theo Hernandez e Olivier Giroud hanno strappato gli applausi di San Siro grazie a una prestazione lucida e determinata, mettendoci la faccia prima e dopo l’appuntamento decisivo in Champions League.
Come accadde lo scorso febbraio (quando i rossoneri, dopo il pareggio con la Roma, vissero un momento di crisi) anche questa volta sono stati gli stessi calciatori di punta a dare la scossa. A presentarsi accanto a Stefano Pioli alla vigilia della sfida ai parigini è stato proprio l’estremo difensore, restìo a interagire con i media ma capace di esprimere pochi ma chiari concetti esattamente come fa tra i pali durante ogni partita del Diavolo incitando e dando le direttive ai suoi compagni. Dopo le numerose critiche piovute sulla squadra nelle ultime settimane, soprattutto dopo il ko casalingo contro l’Udinese, Magic Mike ha voluto difendere l’operato del tecnico e di tutto il gruppo portando avanti concetti come lavoro, grinta e convinzione nei propri mezzi.
Il portiere ha poi ribadito il suo ruolo di leader nello spogliatoio confermando l’intenzione di onorare il suo contratto in scadenza nel 2026, nonostante le tante voci di mercato che vorrebbero l’ex Lille nel mirino di PSG, Chelsea e Bayern Monaco. "Mi piace stare qui, lo sanno tutti", ha detto Maignan. Stesso dicasi per Theo Hernandez, faro silenzioso a cui tendenzialmente non piace apparire ma che, dopo la vittoria con il PSG, ha chiesto espressamente di parlare in pubblico per confermare come il gruppo stia facendo di tutto per riportare il Milan ad alti livelli. Le sue prestazioni in chiaroscuro e la minore incidenza sulla catena sinistra rispetto ai tempi dello scudetto non hanno cambiato la mentalità del terzino che ha voluto difendere i compagni e l’allenatore senza remore.
Infine, il veterano del Diavolo, quel bomber che a 37 anni è ancora in grado di decidere le partite con i suoi guizzi da campione, ha lasciato il segno non solo in campo (con il perfetto colpo di testa a infilare Donnarumma per il 2-1 finale) ma anche a bocce ferme. Olivier Giroud non è leader solo per la carta d’identità ma soprattutto per la maturità dimostrata, nel non tirarsi mai indietro di fronte alle critiche arrivate ultimamente o nei momenti più bui vissuti dal Milan. La squadra è con Pioli e sono state le sue colonne portanti a confermarlo a gran voce dando un segnale importante a tutto l’ambiente.
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