(S)punti di vista. Errori, rimonta e beffa. E mercoledì a Newcastle il primo bivio decisivo
Giulio Mola Il Milan ci ricasca. Dopo le due vittorie casalinghe consecutive contro Fiore...
Mola
Il Milan ci ricasca. Dopo le due vittorie casalinghe consecutive contro Fiorentina e Frosinone, arriva la doccia fredda a Bergamo. Gelida (e non solo per la temperatura invernale registrata ieri al Gewiss Stadium) visto che la magia di Muriel per il definitivo 3-2 cambia tutto in pieno recupero quando i rossoneri, dopo la doppia rimonta, stavano tentando addirittura il clamoroso sorpasso. Invece no. Non sono bastate le reti di Giroud e Jovic (seconda consecutiva) per tornare al successo che in trasferta manca da due mesi: ecco un’altra mazzata al termine di una partita intensa e combattuta che regala tre punti pesantissimi ai bergamaschi “incerottati“ ma resuscitati dopo aver conquistato solo un punto nelle precedenti quattro gare.
Mastica amarissimo il Milan, perché la quarta sconfitta in campionato magari non estromette del tutto i rossoneri dalla lotta scudetto ma certamente rende più complicata la rincorsa verso la vetta. E se è vero che Muriel ha scelto la sera giusta per il suo primo gol in campionato, è anche vero che gli uomini di Stefano Pioli hanno concesso tanto. Non solo la doppietta di Lookmann, prima Maignan era stato graziato dall’ex compagno De Ketelaere. Si è capito chiaramente che, nonostante le buone intenzioni, Theo Hernandez gioca in un ruolo non suo. In una retroguardia che deve fare i conti con numeri preoccupanti, ovvero 18 gol incassati in 15 partite. Tanti.
Tutto questo alla vigilia del primo vero bivio della stagione, la trasferta di Newcastle che chiarirà le ambizioni europee di Maignan e soci. Non sarà facile per l’allenatore rimettere insieme i cocci in pochi giorni, visto il Diavolo prevedibile e confusionario di ieri, ma Pioli è il primo a sapere quanto sia importante la prossima sfida, non solo dal punto di vista sportivo ma anche da quello economico (che sta più a cuore alla proprietà). Un mezzo “disastro“ economico che Gerry cardinale non vuole neppure immaginare.
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