Torino-Milan, Conceiçao: “Io non ho paura di niente, so quale è il nostro problema”
Rossoneri sabato sul campo dei granata alle 18, dopo l'eliminazione in Champions: “Ci è costata molto. Con Theo Hernandez ho parlato: è a disposizione, Walker no”

Sergio Conceiçao
Milano, 21 febbraio 2025 - “Nel calcio si ricomincia sempre. Ci è costato tanto uscire dalla Champions, ma il gruppo è davvero concentrato sul Torino. Sapevamo di essere più forti del Feyenoord e nonostante il risultato inizio a vedere un'evoluzione interessante. Su questo dobbiamo insistere. E di tempo non ce n'è, anche per colpa nostra perché avremmo dovuto essere agli ottavi: ora puntiamo al quarto posto in campionato e alla Coppa Italia”. Così Sergio Conceiçao alla vigilia di Torino-Milan, domani alle 18. Risposta immediata al caso Theo Hernandez: “Mi piace parlare di calcio e non del colore dei capelli. Per me neri, gialli, bianchi... è uguale. Lui è un patrimonio del club, in altri momenti ha dato tanta gioia ai tifosi e sa che ha fatto male alla squadra. ne abbiamo già parlato in spogliatoio, anche io ho commesso tanti errori: è disponibile per giocare domani, così come gli altri 22”. Sugli altri giocatori in dubbio: “Walker domani non è disponibile. Pulisic non ha 90 minuti a livello fisico, Gimenez sta sempre meglio ma non è al top come vogliamo noi. Da quando sono qui ci sono sempre stati tanti infortunati, qualcuno non è ancora tornato come Loftus-Cheek ad esempio. Sono qui da un mese e mezzo, le partite sono sempre partite decisive: se pareggi qui è perdere due punti, siamo sempre sul filo, sulla linea rossa, non è facile gestire ma cerchiamo di farlo. Se uno è dentro e sa i dettagli capisce, da fuori può sembrare che io non faccia le scelte giuste”. A proposito, il cambio col Feyenoord di Giemenez e non di Joao Felix: “Scelta mia, sono pagato per quello. Santiago ha un po' di problemi che si porta dietro dal Feyenoord, dopo il cambio mi ha detto che era molto, molto stanco. Potevo scegliere Abraham, ma ho cercato di avere più mobilità e più qualità nelle ripartenze con Joao Felix. Poi dopo siamo tutti grandissimi allenatori, alla fine della partita: lì sono tutti capaci di vincere”. Sul Torino: “Mi aspetto una partita difficile fisicamente, di grandissima intensità. Loro quando hanno palla cercano di giocare molto diretto e in avanti sono veloci, hanno anche centrocampisti interessanti come Ricci, hanno intensità e aggressività che dobbiamo pareggiare. Siamo il Milan: dobbiamo prendere la partita in mano e portarla sulla strada che vogliamo noi”. Sul momento difficile: “Io non sono un calcolatore, non penso alla fine del campionato. Vivo le cose con grandissima intensità ogni giorno. Mi porto a casa il computer e la mia famiglia non è contenta, ma devo lavorare e sono appassionato. La paura ce l'avevo da piccolo, sono passati 31 anni da quando è mia mamma è morta, ne avevo 18 e mio papà ci aveva già lasciato. Ora non ho più paura di niente. Fuori si parla molto, ma io vado dritto e molto concentrato per la mia strada”. Sui confronti in spogliatoio dopo l'uscita dall'Europa: “Se dici la verità a un tuo compagno, e non fai finta di niente, sei un vero amico. La squadra sta crescendo anche in questo. E ha qualcuno davanti che le cose le dice in faccia. Meglio una brutta cosa ma vera, piuttosto che una bella ma che ha dietro un grandissimo problema. Voglio chiarezza”. Il Milan ha ancora alti e bassi: “Il problema l'ho individuato, ne parliamo tutti i giorni a Milanello. So quale è il problema, dico solo questo”. E i quattro attaccanti insieme, non sono un problema per il tecnico: “Hanno dimostrato di poter giocare insieme ed è quello che voglio. Non siamo al top, ma siamo in crescita. Voglio una squadra alti a recuperare palla, più aggressiva, con l'avversario che arriva poco vicino alla nostra porta. Col Feyenoord è stato così per tutto il primo tempo: possiamo fare questo gioco, sempre con un equilibrio”.
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