Il lutto. Addio a Gaspari. Giocò coi gialli in A

Il portiere ascolano difese i pali della squadra dal ’62 al ’64. A Catania fu tra i protagonisti. dello storico ’Clamoroso al Cibali’.

di ALESSANDRO BEDONI
20 giugno 2025
Giuseppe Gaspari portato in trionfo dopo un celeberrimo Catania-Inter

Giuseppe Gaspari portato in trionfo dopo un celeberrimo Catania-Inter

Fu tra i protagonisti in campo in quel 4 giugno del 1961 quando la voce inconfondibile di Sandro Ciotti, alla fine di quel Catania-Inter terminato 2 a 0 in favore degli etnei, scandì il celeberrimo "Clamoroso al Cibali", espressione diventata iconica nella storia di ‘Tutto il calcio minuto per minuto’: Giuseppe Gaspari, professione portiere, è mancato martedì scorso, il 18 giugno, a Senigallia all’età di 92 anni, e quella domenica difendeva i pali rossoazzurri, così anche lui è passato alla storia.

Una storia, la sua, che si è colorata anche di gialloblù: l’estremo difensore di origine ascolana infatti, dopo una breve parentesi alla Juventus dove era chiuso da Anzolin, nell’estate del 1962 passò al Modena, giocando con la casacca dei canarini in 41 occasioni, tutte in Serie A, compreso lo sfortunato spareggio per non retrocedere con la Sampdoria giocato a San Siro il 7 giugno del 1964. Due stagioni all’ombra della Ghirlandina, la prima in alternanza con Balzarini, la seconda con Ferretti, prima di essere ceduto all’Anconitana, squadra con cui chiuse la carriera di calciatore, prima di diventare, per qualche anno, preparatore dei portieri sia ad Ancona che ad Ascoli, la squadra dove era cresciuto.

Giuseppe Barucco, storico difensore canarino con oltre duecento partite in gialloblù, fu compagno di squadra di Gaspari: "Sono molto dispiaciuto della sua scomparsa. Conservo di lui un bel ricordo, era un ottimo portiere e soprattutto un ragazzo molto serio. Da difensore giocavo sempre a contatto con lui, era molto reattivo e tra i pali davvero molto forte. Davvero un bel compagno di squadra". Ai familiari di Gaspari le condoglianze della redazione sportiva modenese del Carlino.

Alessandro Bedoni

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