Il Modena si è ingolfato nel ritorno. E a maggio il motore si è spento

L’analisi numerica della stagione: 24 punti all’andata, solo 21 nella seconda fase. E la difesa non è guarita

di ALESSANDRO BEDONI
16 maggio 2025
Il Modena che ha chiuso la stagione tra i fischi dopo il Cesena (fotofiocchi)

Il Modena che ha chiuso la stagione tra i fischi dopo il Cesena (fotofiocchi)

Nel calcio la delusione piano piano si stempera. Perchè alla fine di un campionato che ha in qualche modo illuso e poi deluso la gente, guardare indietro serve a poco e ci si trova proiettati col pensiero verso la stagione successiva. Ma è giusto però, almeno a livello numerico, fare un’analisi di quanto accaduto dall’agosto scorso fino ad oggi, e magari scoprire che questo andamento un po’ ondivago del Modena non si è materializzato soltanto nelle quattro partite di un mese di maggio rimasto sullo stomaco un po’ a tutti, un mese iniziato con grandi aspettative dopo l’impresa corsara di Bari e che invece ha regalato un solo punto, lasciando altri a giocare quei playoff che forse si sarebbero rivelati non più di un giro di giostra, ma il pallone è sempre rotondo e chissà

Questa post season la vivremo tutti da spettatori, forse pure un poco distratti, giusto per vedere chi si ritroverà ancora da avversario il prossimo campionato e chi invece spiccherà il volo verso il bersaglio grosso. Ma torniamo ai numeri, per dire che dei 45 punti messi in carniere (con dieci vittorie, quindici pareggi e tredici sconfitte, risultato peggiore a livello numerico negli ultimi tre campionati di serie B), 11 sono stati fatti nelle dodici gare della gestione Bisoli, una media di 0,91 a partita, e 34 in quella di Paolo Mandelli, durata ventisei partite, con una media crollata giusto in queste due settimane di maggio, e fermatasi a 1,3, dopo che, al termine del match di Bari, era a 1,5. Non per volerci ripetere, ma sempre le ultime quattro gare hanno fatto sì che i gialloblù collezionassero solo 21 punti nel girone di ritorno, quattordicesima posizione, contro i 24 della fase ascendente del torneo, chiusa invece al decimo posto. A onore di verità va comunque ricordato che, dall’avvento di Mandelli in poi, la squadra non è mai stata realmente in zona pericolo, tenendo sempre un margine di sicurezza sulla zona calda.

L’attacco dei gialli ha chiuso a un tutto sommato lusinghiero settimo posto con 48 reti segnate (1,26 a match) da ben 18 calciatori diversi. Il miglior marcatore è stato ancora una volta Palumbo con 9 realizzazioni, seguito da Caso e Pedro Mendes con 5, Gliozzi e Santoro a quota 4, Defrel a 3, Abiuso, Beyuku, Bozhanaj e Di Pardo a 2, e Zaro, Idrissi, Caldara, Dellavalle, Cauz, Cotali, Gerli, Magnino a una rete. Nel conto anche due autoreti a favore, entrambe nel derby di ritorno con la Reggiana. La difesa invece non è stata impeccabile, con la porta che è rimasta inviolata in sole sette gare su trentotto. 49 le reti subite (1,28 a partita), per un dodicesimo posto finale della classifica dei reparti arretrati.

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