Napoli: salutano Billing, Okafor e Scuffet. Ma non solo, gli altri addii in cantiere

Da Simeone a Osimhen: sono ancora diversi gli esuberi che il direttore sportivo Manna dovrà smaltire. Intanto oggi finisce l'avventura dei tre acquisti di gennaio, tra perplessità e utilità nella lotta scudetto

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
1 luglio 2025
Philip Billing saluta il Napoli (Ansa)

Philip Billing saluta il Napoli (Ansa)

Napoli, 1 luglio 2025 – Ufficialmente conclusa l'avventura al Napoli di Noah Okafor, Philip Billing e Simone Scuffet: per i primi due niente riscatti rispettivamente dal Milan e dal Bournemouth, mentre il terzo è rientrato al Cagliari dopo la fine del prestito secco. Tutti, chi più e chi decisamente meno, hanno dato il loro apporto alla causa nella corsa vincente allo scudetto, ma l'elenco dei possibili partenti non è affatto esaurito.

L'avventura in azzurro di Okafor, Billing e Scuffet

Prima c'è, appunto, da salutare tre giocatori non esattamente di prima punta, ma non per questo non utili alla causa. Il discorso si sfuma maggiormente per Okafor, che all'ombra del Vesuvio ha raccolto appena 36' spalmati in 4 presenze: praticamente meno di un tempo di gioco per colui che, in teoria, avrebbe dovuto ricoprire l'ingrato ruolo di sostituto di Khvicha Kvaratskhelia, mentre nella pratica, complice una forma fisica a quanto pare non esattamente indimenticabile, ne sarebbe stato solo una soluzione tampone all'epoca non raccolta con tripudio dalla piazza, per usare un eufemismo.

Poi, si sa, le vittorie aggiustano tutto: anche operazioni di mercato sulla carta non proprio memorabili come potrebbe essere stata quella che ha vestito d'azzurro un esubero già al Milan come Okafor in luogo di un titolarissimo come Kvara, simbolo del terzo scudetto. E così, dalle critiche per una mossa reputata miope nel momento in cui il Napoli era già in piena lotta per il titolo, si passa agli elogi per aver invece conservato risorse economiche (i 75 milioni intascati per la cessione del georgiano al Paris Saint-Germain) da reinvestire per imbastire una squadra competitiva su quattro fronti. Il potere dei risultati, figli della continuità ma anche di qualche lampo isolato destinato però a pesare come un macigno. È il caso di Billing: 1 gol in 189' in campo, spalmati in 10 presenze, ma che gol. Grazie a un guizzo del danese da subentrato di fatto il Napoli è stato capace di stoppare la possibile fuga in avanti dell'Inter in un momento in cui l'inerzia del campionato sembrava dalla parte dei campioni in carica: una rete dal peso specifico non indifferente, che però non è bastata a convincere nessuno tra Aurelio De Laurentiis, Antonio Conte e Giovanni Manna a versare 10 milioni nelle casse del Bournemouth per trasformare il prestito in una cessione a titolo definitivo.

È invece durata ancora meno, per la precisione appena 90' (più recupero), l'avventura in azzurro di Scuffet, ma anche in questo caso con un sigillo importante nell'economia della vittoria del campionato. Alex Meret incappa in una sindrome influenzale e al Dall'Ara va solo in panchina: al suo posto gioca il collega e corregionale Scuffet e lo fa dimostrandosi all'altezza della situazione. Attenzione nello sbrigare l'ordinaria amministrazione e parate non banali, come quella nel finale con un riflesso felino (e un pizzico fortunato) su Santiago Castro: nonostante la gemma di tacco di Dan Ndoye, oggi oggetto del desiderio in sede di mercato, il Bologna non completa la rimonta e il Napoli esce indenne da un storicamente complicato sul quale a distanza di poche settimane sarebbe invece caduta l'Inter, avviando l'opera di scucitura del tricolore. Insomma, tre acquisti di gennaio accomunati da un minutaggio esiguo e dal medesimo epilogo di ritorno alla base, ma pure da qualche lampo più o meno utile alla causa. Prima, appunto, di salutarsi senza rimpianti e senza veleni.

Gli altri partenti

Se queste partenze erano fisiologiche e quasi annunciate fin da subito, il resto dell'elenco dei giocatori in uscita dal Napoli è più variegato e non esattamente di facile smaltimento. Dal discorso esce un po' Rafa Marin, promesso sposo del Villarreal praticamente fin da gennaio: all'epoca, anche per mancanza di sostituti procacciati a Conte, non se ne fece nulla, ma il filo tra le parti dovrebbe essere riallacciato a breve, complice anche il buon Europeo Under-21 disputato dal classe 2002. La formula dovrebbe essere quella del prestito, ma verosimilmente non secco per evitare di dilapidare l'investimento operato dal Napoli la scorsa estate (12 milioni). Anche Pasquale Mazzocchi potrebbe aver già trovato la nuova destinazione, stavolta con vista ancora sulla Serie A: si tratta del Sassuolo neopromosso che conta di imbastire come sempre una squadra che abbia il giusto mix tra gioventù e, appunto, esperienza. Anche Giovanni Simeone potrebbe rimanere nel campionato italiano, con l'altra matricola Pisa che sogna un colpo che potrebbe far sognare un'intera piazza per tutta l'estate: il Cholito però ha mercato anche in Spagna ma, a prescindere dalla destinazione, la certezza è che l'eventuale cessione, a un anno dalla fine fisiologica del contratto, si consumerebbe solo a titolo definitivo.

Poi ci sarà il rientro dai rispettivi prestiti dei vari Michael Folorunsho, Jens Cajuste, Jesper Lindstrom, Alessandro Zanoli e Alessio Zerbin: qualcuno potrebbe ripartire con la stessa formula, mentre qualcun altro potrebbe essere inserito in qualche trattativa come parziale contropartita, ma la certezza è che nessuno rientra nelle idee già ben chiare a riguardo di Conte. Seppur mutando radicalmente valori economici e importanza (passata) nel progetto, neanche Victor Osimhen è più nelle grazie dell'allenatore salentino. Anzi: il nigeriano, alla porta già dalla scorsa estate, in pratica non lo è mai stato. Il mercato intorno a uno degli attaccanti più prolifici degli ultimi anni non manca: per ora a mancare è la corrispondenza tra l'offerta, come quella dell'Al-Hilal (e dello stesso Galatasaray nel quale ha giocato nell'ultima stagione), e la domanda, più del diretto interessato che del Napoli. Senza ulteriori novità, Osimhen rischia di doversi presentare a Dimaro per il primo ritiro di un'estate rovente: la luna di miele dello scudetto è ancora in corso, ma qualche nube all'orizzonte non manca, così come non mancheranno le cessioni più o meno di rilievo pronte a essere messe a referto da Manna.

 

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