Napoli, i numeri della crisi di Lukaku

Dopo un ottimo inizio, il belga è a secco da 217 minuti: anche prima del gol dell'ex alla Roma il suo rendimento, nonostante i 5 sigilli totali, non ha mai convinto una piazza abituata a Osimhen

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
12 dicembre 2024
Romelu Lukaku (Ansa)

Romelu Lukaku (Ansa)

Napoli, 12 dicembre 2024 - La popolarità dell'attaccante centrale è soggetta a molte oscillazioni, quasi tutte legate al raccolto in zona gol. La medicina per mettere tutti d'accordo sono proprio le reti: banalmente, più se ne segnano e più il cosiddetto numero 9 di turno entra nel cuore dei suoi tifosi. Certo, conta la quantità, ma conta anche la distribuzione del fatturato: se tra una marcatura e l'altra intercorrono lunghi digiuni, allora il rapporto rischia di complicarsi. Se poi l'attaccante in questione si chiama Romelu Lukaku, allora è tutto più difficile: anche e soprattutto in una piazza che negli ultimi anni è stata abituata a godersi tra i migliori bomber del continente.

La transizione da Osimhen a Lukaku

Da Edinson Cavani a Gonzalo Higuain, passando per quel Victor Osimhen che non appartiene (ancora) esattamente al passato: dalle parti di Fuorigrotta, giusto per non andare troppo indietro nel tempo, negli anni recenti sono transitati attaccanti fortissimi poi, non a caso, rivenduti a peso d'oro. Alla caterva di gol segnati questi e altri bomber univano un saggio lavoro certosino per la squadra: un mix letale che li ha resi degli idoli incontrastati nonostante le perplessità iniziali non siano mancate. Lo sa bene proprio Osimhen, il passato più recente che ogni tanto torna a galla, vuoi per una situazione contrattuale che lo vede via solo in prestito al Galatasaray e vuoi perché, avendo messo la sua firma sullo scudetto della stagione 2022-2023, il suo nome è ormai un termine di paragone per qualsiasi successore. Eppure, anche il nigeriano all'inizio se l'è vista brutta. Prelevato dal Lille per la cifra monstre di 76,5 milioni lordi (66,5 milioni netti più 10 milioni di bonus), ai quali aggiungere i (discussi) cartellini di giovani giocatori inseriti nell'affare, il primo Osimhen azzurro faticò a dimostrare subito il proprio valore appunto a causa della pesantissima etichetta del prezzo pendente sul suo collo. Il resto è una storia nota: bella, sì, ma intervallata da diverse tempeste più o meno serie, tra infortuni gravi, intemperanze caratteriali con l'ambiente e la società e un post scudetto decisamente poco romantico nel segno del più classico dei 'mal di pancia' che neanche un rinnovo a cifre record, una costante della sua avventura all'ombra del Vesuvio, ha saputo lenire. Il resto lo ha fatto Antonio Conte: neanche l'approdo in panchina di un tecnico così blasonato ha potuto ricucire lo strappo. Anzi, perché Osimhen ha cominciato a puntare i piedi e, dal canto suo, l'allenatore salentino ha fatto pressione alla società partenopea affinché gli procurasse un attaccante dalle caratteristiche più consone alle proprie idee tattiche. Senza neanche bisogno di consultare troppe pagine degli archivi dei pupilli di Conte, il nome di Lukaku è il primo della lista: forse l'unico. E così, a maggior ragione dopo aver convinto a firmare un allenatore così richiesto e vincente all'alba della ricostruzione e senza potergli offrire la vetrina di alcuna competizione europea, un inedito Aurelio De Laurentiis è costretto a seguire alla lettera i nuovi input che arrivavano dal fronte mercato. Nonostante questo, il tira e molla con il Chelsea è stato lungo ed estenuante: in ballo c'erano i costi e la formula di un'operazione più complessa di quello che potesse sembrare a prima vista, con coinvolto un giocatore ai margini del proprio club di appartenenza, a sua volta alle prese con una rosa extralarge da smaltire nel giro di poche settimane. La 'sforbiciata' a Lukaku alla fine c'è, ma non a prezzo di saldo: dopo tanti giri in prestito, il belga si muove direzione capoluogo campano a titolo definitivo per 30 milioni più una percentuale sulla futura rivendita. Questo è il costo del cartellino: poi c'è lo stipendio da 6,5 milioni netti, circa 10,5 milioni lordi, che ha in parte vanificato il risparmio per le casse del club dato dalla (momentanea) partenza di Osimhen. Il tutto senza dimenticare il brivido lungo corso sulla schiena di De Laurentiis e del resto del quartier generale di Castel Volturno prima del blitz del Galatasaray che ha risolto per qualche mese una bella grana.

I numeri di Lukaku

Superato il piano economico, quello che probabilmente tocca meno i tifosi, si è passati a quello del mero rendimento sportivo. Come da specialità della casa, Lukaku anche in azzurro è partito a razzo: gol all'esordio e Napoli subito pazza di lui. Un copione che, per restare solo in Italia, avevano già conosciuto Inter e Roma. E poi? In realtà, numeri alla mano, il classe '93 finora non ha fatto male: 5 gol e 5 assist in 15 presenze in azzurro non rappresentano un bottino negativo. Tutt'altro. Ma oltre i numeri, si sa, c'è molto di più e nel Lukaku delle ultime settimane c'è molto di meno. Pochi tiri, ovviamente ancora meno gol e, in generale, la sensazione di essere quasi un corpo estraneo nel contesto della manovra del Napoli, che non a caso sta fronteggiando tanti problemi in zona offensiva, come dimostra il dato che lo vede al sesto posto tra i migliori attacchi della Serie A. Il confronto impietoso lo dà spesso l'ingresso dalla panchina di Giovanni Simeone, che in meno minuti fa più e meglio del titolare designato, che non segna da 217'. In realtà, gli intervalli lunghi non sono un inedito: tra la rete al Monza e il rigore trasformato contro il Como passarono 253'. Il cronometro si è fermato a 238' per poi castigare a domicilio il Milan, prima di un'altra pausa bella grossa (318') antecedente il gol vittoria (da ex) contro la Roma. Dunque, le reti ci sono pure, ma intervallate da deserti di nulla: lanci lunghi dalle retrovie spesso preda dei difensori di turno, tanta lotta e poca mobilità. Quelli che stanno aumentando sono invece i fischi e i moti di dissenso di una piazza sedotta dall'inizio al fulmicotone e ora già delusa: anche in questo caso, il ruolino di marcia non è inedito.

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